La politica spagnola è in fermento. Al Congresso dei Deputati è in corso una sessione di controllo sul governo spagnolo, segnata da scontri tra l’esecutivo della coalizione e i partiti di opposizione, soprattutto PP e Vox, con al centro la recente pubblicazione dell’amnistia sulla BOE, la Gazzetta Ufficiale dello Stato, e sui risultati delle elezioni europee. Una procedura che ha costretto giudici e pubblici ministeri ad avviare lo spostamento del fascicolo sulla sua applicazione, e che presenta ora molte incertezze. La sessione di controllo nel governo spagnolo arriva dopo che la seconda vicepresidente, Yolanda Díaz, ha rassegnato le dimissioni dalla coordinatrice di Sumar a causa degli scarsi risultati elettorali
Dopo il ‘caso’ francese c’è il ‘caso’ spagnolo
Alle nove del mattino sono iniziati gli interventi in cui PP e Vox hanno criticato Sánchez per aver portato avanti una legge che hanno etichettato, ancora una volta, “corruzione politica”. Il presidente del governo spagnolo ha rivendicato il lavoro svolto e ha respinto, ancora una volta, la “macchina del fango” in cui ritiene sia precipitata la politica spagnola. Per quanto riguarda l’amnistia, l’entrata in vigore della legge ha riacceso la battaglia tra il procuratore generale dello Stato e i pubblici ministeri del processo, mentre il giudice Pablo Llarena ha deciso di mantenere il mandato di arresto per Puigdemont. Tuttavia, un altro tema molto presente nel dibattito al Congresso sono i risultati delle elezioni europee di domenica, vinte dal partito popolare e nelle quali l’estrema destra è riuscita a raddoppiare i risultati. È proprio su questo che si è concentrato Sánchez rispondendo a Vox e PP. Alberto Núñez-Feijóo. Nella stessa notte elettorale, il leader di Vox, Santiago Abascal, ha chiesto a Pedro Sánchez di “seguire la strada” di Francia e Belgio, e di indire elezioni generali anche in Spagna, opzione rivendicata anche da Feijóo. Sánchez ha risposto che le elezioni generali si terranno nel momento opportuno, nel 2027, e che allora il PSOE vincerà i “tre ultradestristi”, PP, Vox e il nuovo partito di estrema destra Alvise Pérez.