Principale Rubriche Libri & Letture consigliate Lev Lunc un giovanissimo scrittore che promosse i «Fratelli di Serapione»

Lev Lunc un giovanissimo scrittore che promosse i «Fratelli di Serapione»

Questo autore è del novecento, è nato nel 1901 ed è morto nel 1924. Non vi dice nulla?

Stiamo parlando di un giovane talentuoso che fece parte del gruppo dei “Fratelli di Serapione”; come teorico propugnò l’introduzione, nella narrativa russa, del romanzo d’intrigo e d’avventura di tipo inglese e francese; come scrittore si segnalò soprattutto per alcuni lavori teatrali del genere tragico e tragicomico ( “Fuori legge”, 1923; Bertran de Born, 1923).

Gruppo sul quale indagava Ettore Lo Gatto (1890 -1983) il critico italiano che fu titolare, dal 1941 al 1965, della cattedra di letteratura russa all’Università di Roma.

Maksìm Gor’kij nel descrivere la vita di questo ragazzo offre degli spunti umanitari incredibili.

Appena terminati gli studi il giovane Lev va in sanatorio ed è in questo periodo che scrive il dramma “La città della verità”.

E scrive ancora “Arrivano le scimmie”,Fuori Legge” e “Bertrand le Born”. In pochi anni, con racconti, articoli, produce tanto da poter far esclamare allo stesso critico e scrittore russo quanto fosse triste la perdita dolorosa a 23 anni di un uomo così geniale.

La Rivolta delle cose è infine una sceneggiatura cinematografica, dove però era tanto già presente il suo senso letterario, che la sua opera è tra noi.

Infatti, come dice Maksìm Gor’kij ‘Nel deserto’ “magnifica stilizzazione della leggenda biblica dell’esodo degli ebrei dall’Egitto.”

E poi ancora Ettore Lo Gatto lo definisce il suo capolavoro, non solo dello stesso Lunk, ma di tutta la produzione dei “Fratelli di Serapione” fino a che il gruppo esistette.

Nella sua ricerca sulle origini del gruppo “Fratelli di Serapione”, venne a sapere che il giovanissimo narratore e drammaturgo ne era stato l’anima, se non proprio il maestro.

In via del tutto eccezionale parliamo oggi dell’autore, avendo già trattato della Rivolta delle cose, ovvero del Fuori Legge Alfonso in un altro articolo,

Qui ci piace soffermarci su questa esperienza del giovanissimo autore sul suo modo di intendere l’arte di scrivere.

Nella prefazione all’opera completa di Lev Lunk, che abbiamo in soffitta, Lo Gatto segnale, tra i vari discorsi del giovane, quello sulla poesia: ” Un poeta può scrivere poesie belle, poesie brutte e poesie tout court.

Queste ultime (che nella produzione poetica sono le più frequenti) sono le più spaventose. Un poeta che scriva poesie brutte col tempo può migliorare e diventare un maestro; uno che scriva “poesie tout court” non riuscirà mai, rimarrà eguale a se stesso dal principio alla fine”.

Un rigore cosciente è lucido che ci fa davvero rimpiangere che Lunc non abbia avuto dal destino possibilità maggiore di esprimersi.

Afferma Lo Gatto che non si può non rallegrarsi della scoperta degli anni venti: ” … in Italia, sia stato dato al giovane autore un posto di primo piano, accompagnando la pubblicazione di questi eccezionali documenti d’arte che rendono più chiaro il posto che il loro autore occupa nella storia della letteratura russa”.

Un posto nel nostro piccolo spazio della nostra soffitta dei libri.

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