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Autonomia differenziata e premierato: “due leggi scritte con i piedi”

Di Mimmo Lastella

Carissimi lettori, carissime lettrici

Per una buona volta, sono costretto a dar ragione a Maurizio Angelillo, direttore della testata giornalistica di radio Norba, emittente pugliese mainstream per antonomasia; il quale, a proposito dell’autonomia differenziata e del premierato, “in un suo recente editoriale mattutino”, ha affermato che le due leggi sul premierato e autonomia differenziata, oltre ad essere uno scambio di favori fra FDI e Lega, sono due leggi scritte con i piedi.

La legge sull’autonomia differenziata, detta anche legge spacca Italia, è stata pensata per rendere il meridione ancora più povero, “visto che le maggiori risorse economiche verrebbero introitate dal nord; di conseguenza, avremo sempre servizi meno efficienti e cittadini sempre più alla mercé del reticolo sanitario privato; in quanto, il servizio sanitario pubblico, verrebbe fortemente ridimensionato per mancanza o riduzione di risorse economiche.

Per quanto concerne il premierato, è una legge che, non ha né capo, né coda; visto che delega l’elezione dei parlamentari ad una non meglio definita legge elettorale ordinaria.

In secondo luogo, non prevede la sfiducia costruttiva, ovvero se il premier eletto direttamente dai cittadini, viene messo in minoranza o, per una ragione x qualsiasi dovesse decadere o decedere per malattia, il parlamento, non viene automaticamente sciolto; ma, il Presidente della Repubblica provvede a nominare un altro premier della stessa maggioranza del primo.

A mio avviso, sarebbe stato più opportuno applicare, ovviamente con le dovute correzioni del caso, all’elezione della Camera dei deputati e del senato della repubblica, la legge per l’elezione diretta del sindaco, a mio parere più completa e precisa.

Ma purtroppo, in Italia, da un trentennio a questa parte, la propaganda, ha letteralmente surclassato la vera politica dettata dalla ragion di stato, trasformando il parlamento in un far west, viste le frequenti risse che si verificano e i rimpalli di responsabilità fra i due schieramenti maggiori, “ribadisco due facce della stessa medaglia”, letteralmente abbarbicati nella strenua difesa dello status quo e del per loro sacrosanto principio del queta non movere per dirla in soldoni e con il divo Giulio: “il potere logora chi non ce l’ha”.

In conclusione: “i politici italici, tornino sui banchi di scuola, ma della scuola elementare.”

Come recitava il titolo di un vecchio manifesto murario fatto affiggere dall’allora Psdi nella mia città: “Fervet Opus”, ferve l’opera per trasformare l’Italia in una dittatura 4.0 alle dirette dipendenze dei signori di Davos.

“scrittore e blogger”.

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