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India sfida il dominio della Cina e scatena tensioni con lo Sri Lanka

L’India sta cercando di assicurarsi i diritti per esplorare una montagna sottomarina ricca di cobalto nell’Oceano Indiano. Questa offerta è guidata dalle preoccupazioni sulla presenza della Cina nella regione e sul suo dominio nella catena di approvvigionamento globale del minerale. Tuttavia, anche lo Sri Lanka sta cercando di estrarre minerali preziosi dalla regione, aggiungendosi alla concorrenza. La corsa dell’India per il cobalto nelle acque oceaniche contese riflette la più ampia competizione tra paesi come Cina, Russia per accedere alle vaste risorse minerarie che si trovano a migliaia di metri sotto la superficie degli oceani. Queste risorse sono cruciali per la produzione di energia rinnovabile. Difatti sono è fondamentale l’utilizzato nei veicoli elettrici e nelle batterie, il che lo rende un elemento essenziale nella transizione energetica verde.

L’India sfida il dominio della Cina e scatena tensioni con lo Sri Lanka

L’importanza strategica dell’Oceano Indiano ha senza dubbio trasformato nel corso degli anni la regione in un teatro di intensi conflitti globali. Lo IOR (Indian Ocean Region) copre una superficie di circa 68,56 milioni di kmq ed è il terzo oceano più grande del mondo. Estendendosi su quasi il 20% della superficie terrestre, lo IOR è emerso non solo come un imperativo collegamento di comunicazione tra l’Occidente e l’Oriente, ma ha anche attirato una significativa attenzione globale per il suo significato geopolitico e geoeconomico. È il più grande spazio marittimo che ospita un terzo della popolazione mondiale, delle risorse naturali, delle forniture energetiche, delle nazioni in via di sviluppo ecc., rendendolo così un territorio conteso. Pertanto, gli sforzi dell’India di garantirsi i diritti di esplorazione delle aree ricche di cobalto nell’Oceano Indiano sono guidati dalle preoccupazioni sulla presenza della Cina nella regione e sul suo dominio nella catena di approvvigionamento globale del minerale. Attualmente, secondo l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, la Cina controlla il 70% del cobalto mondiale e il 60% del litio e del manganese, che sono altri minerali importanti. Tuttavia, l’India mira a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2070 e ha bisogno di questi minerali per sostenere la sua economia basata sull’energia pulita. Sebbene le rivendicazioni sulla piattaforma continentale non vadano oltre le 350 miglia nautiche dalla costa, tuttavia, i paesi lungo il Golfo del Bengala possono utilizzare criteri diversi per estendere le loro rivendicazioni. Ad esempio, lo Sri Lanka ha rivendicato oltre 200 miglia nautiche. Se verrà loro assegnata questa richiesta è ancora da vedere. Nel frattempo, anche l’India ha avanzato una richiesta di esplorazione nell’area a causa delle preoccupazioni sull’attività cinese. Difatti a gennaio, Nuova Delhi ha chiesto all’International Seabed Authority (ISA), con sede in Giamaica, il permesso di esplorare la montagna sottomarina Afanasy Nikitin (AN Seamount), ricca di cobalto. L’ISA è un organismo mondiale autonomo istituito ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS). La commissione però ha precisato che l’area richiesta dall’India, ricca di croste di cobalto e ferromanganese, si trova interamente in una regione che lo Sri Lanka ha già sottoposto alla commissione sui limiti della piattaforma continentale.

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