Il libro di oggi è redazionale, nel senso che non ha un autore, appartiene alla serie Mondadori del 1973: ‘documenti terribili’
Quello di Verona è stato il processo storico che nel gennaio del 1944, dove si era ricostituito il partito fascista nella nuova Repubblica Sociale Italiana, vide imputati i membri del Gran Consiglio del Fascismo che, nella seduta del 25 luglio 1943, avevano sfiduciato Benito Mussolini dalla carica di Presidente del Consiglio e tra questi il genero quarantunenne del duce, Gaelazzo Ciano.
Quello di Verona è anche la registrazione del declino del Duce, che dopo la sfiducia, l’arresto a Villa Madama era pronto ad uscire di scena.
Ma non doveva andare cosi, perché i tedeschi lo liberano ed è lo stesso Hitler a indurlo a nutrire spirito di vendetta nei confronti dei gerarchi che lo avevano sfiduciato.
Il processo scandaglia questi istanti, con particolare tensione, e coinvolge il lettore come se si trovasse davanti al tribunale, oppure nei colloqui riservati di Mussolini con il genero permane nell’aria il clima nefasto della grande guerra e del nazismo che aveva fagocitato tutto anche il fascismo e governava sugli animi.
Mussolini nel corso del colloquio con Hitler fece un tentativo di alleviare la posizione di Ciano accennando al fatto che fosse pur sempre il marito di sua figlia, ma Hitler gli ribatté che ciò non faceva altro che aggravarne la posizione e aggiungendo subito dopo “Sarò molto chiaro. venissero trattati con indulgenza i traditori dell’Italia, questo avrebbe delle serie ripercussioni altrove”
Gli imputati Emilio De Bono, poi Pareschi, Gottardi, Marinelli e Ciano si dichiarano innocenti, un atto politico di sfiducia, non era alto tradimento tenendo conto del momento storico,
Ma l’ingerenza nefasta tedesca impone la fucilazione.
Un processo che si vive per intero, senza respiro. Una pagina nera, una delle tante e forse l’ultima di un regime che oramai falcidiava in famiglia.
La rete