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Arthur Schnitzler – Doppio Sogno

Sarà il molle decadentismo viennese dei primi del Novecento, oramai una risposta fiaccata e melense alle turbolenze di un ottocento burrascoso, che si cala in una vicenda di coppia familiare un po’ ”scoppiata”

Confidarsi un sogno erotico, un tradimento nel pensiero che si trasforma nel dubbio e l’altro coniuge, stavolta è il marito che tenta, senza riuscirvi, forse per ricambiare il sogno erotico della moglie, un tradimento vero.

Allora da una parte un sogno vero e dall’altro una realtà che oscilla tra il vero e la dimensione onirica.

Non appare un vero conflitto di coppia, quanto un momento di stasi e ripartenza, tipico in ogni rapporto.

Qui enfatizzato nel racconto che ovviamente spinge sugli aspetti psicologici, non a caso l’autore lo chiama il racconto Traumnovelle, come assonanza con il Traumdeutung ovvero l’interpretazione del sogno di Sigmund Freud suo amico e contemporaneo.

Anzi la vita li destina entrambi. La grande notorietà e il successo che lo accompagnarono in vita provocarono un interesse per lui e la sua opera da parte del padre della psicoanalisi, il quale lo considerava un po’ una specie di suo “doppio”.

Profonde influenze nelle sue opere.

Arthur Schnitzler è nato a Vienna nel 1862 e morto nella capitale austriaca nel 1931. Era un medico, prima ospedaliero e dopo privato.

Uno stile letterario avvolgente e coinvolgente, un libro che si legge tutto d’un fiato, perché si corre dietro fatti di coppia e rapporti di sesso più pensati che reali, con una prosa che introduce nelle strade, anzi negli stretti vicoli dove il vento porta un profumo di prati umidi e di primavera sui monti lontani. Il protagonista Fridolin che passa una giornata ad inseguire il suo sogno, per capire la vita erotica interiore della moglie.

Dal libro, Stanley Kubrick nel 1999 trae il film Eyes Wide Shut, con Tom Cruise e Nicole Kidman. Il regista inglese chiude con questo film la sua vita di grande cineasta, lo ricoderete, tra l’altro, con Spartacus, col dottor Stranamore, l’Odissea nello spazio, Arancia meccanica, per citare i suoi film più famosi.

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