E’ destino degli artisti italiani di farsi strada all’estero dove trovano accoglienza e ulteriore ispirazione per il loro talento.
Questo processo della vita è quasi fisiologico per tutti, ma per gli italiani trova fondamenta in molti casi, giusto per citarne qualcuno: Leonardo da Vinci, da Firenze, fu chiamato alla corte francese (1517-19) da Re Francesco I; oppure toccando la contemporaneità, anche gli spagnoli Salvator Dalì e Pablo Picasso trovarono la loro musa ispiratrice nella Francia.
Perciò per gli artisti in generale è una fatalità a cui non possono sottrarsi; l’emigrazione è il loro punto di approdo e di crescita.
Di artisti altamurani che vivono all’estero ce ne sono tanti; circoscrivendo l’area mi limito a focalizzarne due che vivono in Germania con le loro rispettive famiglie: Nico Cappiello opera a Bad Kreuznach (regione Renania-Palatinato); e Vito Centonze che risiede a Dortmund, (regione Vestfalia), città industriale.
Attraverso questa testata giornalistica mi occupo da tempo dei loro progressi e delle partecipazioni ad esposizioni collettive e a mostre personali. Giusto per dire che la madre patria non li ha dimenticati.
Su Vito Centonze non potevo sottrarmi a scrivere della sua mostra inaugurata il 12 giugno 2024 nella Biblioteca Brackel in Oberdorfstr. 23 a Dortmund, che sarà aperta fino al 12 dicembre prossimo.
Vito Centonze compirà 50 anni, da qui il titolo della mostra “Cinquanta”; si occupa di arte da oltre 30 anni.
Sempre alla ricerca di nuove tecniche e sperimentando nuovi linguaggi, soprattutto oggi che l’intelligenza artificiale domina la società contemporanea, si è approcciato ad una tecnica insolita, che sta dando risultati soddisfacenti. Con una serie di autoritratti visti di spalle, questi proiettano nell’immaginario collettivo, attraverso un gioco di computer, i diversi periodi della storia dell’arte e degli stili pittorici.
L’ispirazione – dichiara l’artista – è scaturita da una serie di fotografie scattate in vari musei europei, ma anche dalle figure dipinte di spalle da Caspar David Friedrich.
Altro tema realizzato con l’intelligenza artificiale è il nome Vito Centonze, che diventa brand.
Scarpe, magliette, profumi, abbigliamento fashion e perfino riviste come “Time”, Cosmopolitan e Vanity Fair parlano del nuovo brand Vito Centonze; un’opera concettuale e ironica contro il mercato dell’arte, molto simile a qualunque altro mercato.
L’altra tecnica utilizzata nelle sue opere è lo “stencil”, tipico della street art; con esso crea citazioni di dettagli attinti da famosi dipinti di Caravaggio, Vermeer, Michelangelo.
Altre opere che si possono ammirare durante la mostra alla Biblioteca Brackel di Dortmund sono quelle realizzate in acrilico su tela. La tecnica del puntino permette di vedere dettagli di opere famose dal XVI al XX secolo. In mostra anche in acrilico su tela la serie di firme di artisti, da Dürer a Dalì.
Sono lavori molto concettuali e ironici nei confronti del mercato dell’arte.
Oltre al puntinismo, l’artista utilizza le linee nelle sue opere ottiche.
La linea blu su fondo argento ha una sua luminosità neonatale, rendendo moderni i ritratti del Duca di Montefeltro o della Ragazza con l’orecchino di perla, come illuminati da una luce al neon che vibra come sullo schermo di una televisione o di un computer.
Nella ricerca artistica di Vito Centonze non manca la fotografia e la tradizionale tecnica dell’olio su tela. Queste opere, iniziate prima degli studi all’Accademia di Belle Arti (1995-1999), si ispirano allo sfumato di Leonardo.
Un’altra tecnica classica che l’artista utilizza con grande maestria è l’incisione sia su linoleum che su lastre di zinco e rame. Il tema è sempre quello della citazione postmoderna dei grandi maestri. Possiamo vedere la Venere di Botticelli, che non è nata da una conchiglia ma da un pneumatico di automobile.
Oppure Giuditta e Oloferne su una pagina di giornale.
Molte di queste opere sono visibili in mostra insieme a vari articoli di giornali tedeschi e italiani e numerosi manifesti di mostre internazionali dal 1993 ad oggi, senza dimenticare la mostra di New York di qualche anno fa.
Oltre alla sua attività artistica, Vito Centonze è insegnante d’arte in diverse scuole superiori del Nord Reno-Westfalia e opera come storico dell’arte presso il Museo di storia dell’arte e della cultura di Dortmund.