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Henry James – Il carteggio di Aspern

Una particolare discussione potrebbe riguardare i cosiddetti racconti lunghi o romanzi brevi che costellano la letteratura

Se dovessimo immaginare un romanzo vero, certamente non breve, dovremmo pensare a Cent’anni di solitudine di Marquez. Questo di oggi appartiene alla prima schiera, un libro sul decadentismo veneziano dell’Ottocento.

L’autore Henry James nasce negli Usa il 1843 e muore a Londra, il 1916. Ha scritto molti romanzi cogliendo gli aspetti morali e la coscienza dell’uomo, anzi il suo contributo alla critica letteraria fu la teoria secondo la quale gli scrittori sono chiamati a presentare, attraverso le loro opere, la propria visione del mondo.

Il tal senso si può dire che è un autore moderno.

Veniamo al racconto. La scena ci porta nella Venezia di fine ’800, Il protagonista del carteggio Aspern è un critico letterario americano, che resta sempre senza nome, che vuole impadronirsi di vecchie lettere, scritte dal poeta americano Jeffrey Aspern, al quale è pienamente devoto e che valuta il miglior poeta di tutti i tempi.

Intanto scopre che Miss Juliana Bordereau, la donna del poeta è ancora viva, nonostante sia trascorso più di un secolo dalla morte del poeta e vive appartata, in compagna della nipote Miss Tina, in un palazzo storico della laguna veneziana.

Un fitto mistero avvolge le due donne, che il nostro protagonista tenta di svelare, intrufolandosi nella loro vita, presentandosi con lo stratagemma del viaggiatore che intende affittare alcune stanze nel palazzo. Tutto ruota intorno a questo misterioso ed inestimabile carteggio del poeta Aspern da scoprire.

Per l’enciclopedia Wikipedia “Per molti versi James è simile a scrittori teatrali del XVII secolo come Racine e Molière, vicini a lui per stile e poetica, e a Shakespeare stesso, nonostante le differenze di temi: come loro, James era interessato al conflitto morale e alle scelte degli individui, senza condannare la società per essi ma osservando la società stessa quale causa e accettando ogni dinamica, anche la più crudele, come una ineluttabile condizione della vita”.

La Rete

Da questa opera sono stati tratti i film:
Gli amanti di Venezia (The lost Moment), diretto da Martin Gabel con Robert Cummings e Susan Hayward (1947)

Una libera interpretazione diretta da Mariana Hellmund, con Judith Roberts e Brooke Smith (2010) (ambientato nella foresta venezuelana e non a Venezia)

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