Un evento esclusivo e raro sia per impatto emotivo che per fascino assoluto dei luoghi, impossibile non raccontarlo, sia pur consapevoli del rischio di essere fraintesi, dovendo parlare di Storia, di Cavalieri e dei valori cristiani di cui sono portatori… in un continuum, peraltro, con quella Puglia che fu ombelico del mondo nel medioevo e, per di più, anche al centro esatto della famosa Via Michelica: ossia la perfetta linea retta di 4 mila chilometri «disegnata dalla spada dell’Arcangelo Michele» e che unisce i luoghi di culto a lui dedicati dal Nord Europa fino a Gerusalemme, e già di per sé un “Segno” che pur dovrebbe dire qualcosa anche agli agnostici più irriducibili.
Cioè quella via di cui è fulcro proprio la secolare “Puglia dei misteri” che, per fortuna, esiste e resiste ancora nonostante gli attacchi continui di un “pensiero unico”, laico e globalista che cerca di cancellare qui – come altrove – quei valori identitari alla base della bellezza e della fortuna anche del nostro intero Paese (la nostra irraggiungibile Weltanschauung) incurante del danno che arreca alla nostra Cultura oltre che a luoghi di una atmosfera immersiva tale da poter essere di grande richiamo per quel turismo di nicchia e destagionalizzato di cui si parla tanto e per cui si fa poco o niente.
Come, esempio calzante, tuttora avviene con la ancora pressoché misconosciuta e straordinaria Chiesa Grotta di S. Michele in Monte Laureto: una delle 5 irripetibili grotte pugliesi dedicate all’Arcangelo (Ceglie Messapica, Gravina e Minervino Murge) oltre a quella celeberrima (e visitatissimo Sito Unesco) di S. Michele di Monte S. Angelo sul Gargano: quella cui forse il luogo scelto per l’appuntamento di cui stiamo parlando somiglia di più per dimensioni, suggestione e ricchezza artistica grazie agli affreschi neorinascimentali e a una straordinaria scultura di Stefano da Putignano che contiene; ma non solo, anche perché capolavori immersi nello scenario fantastico di una grotta che è in probabile continuazione di quella bellissima e praticamente sconosciuta di questa città e simile alle meraviglie che hanno reso celebre la non lontana Castellana.
Nulla di casuale dunque nella scelta operata dal Gran Maestro dell’antico e ricostituito “Ordine dei Cavalieri di San Nicola e della Nave”, Giuseppe Massimo Goffredo, a capo di un sodalizio ora in pieno rilancio grazie alle iniziative messe in atto come il gemellaggio nicolaiano con Venezia (v. BariSera 15/05/2023 “S. Nicola, il solenne ritorno in Laguna”) e la sinergia in atto con tutti i più importanti Ordini Cavallereschi non solo italiani: una collaborazione comunque fattasi più intensa e urgente negli ultimi tempi, alla luce del drammatico momento che il mondo sta vivendo, anche nel disegno di riproporre con più forza l’idea di una “Bari Capitale Mondiale della Pace” come nel 1990: d’altronde, extrema ratio e nella confusione dettata da una narrazione viziata delle vere ragioni geopolitiche di questo conflitto in piena Europa, forse l’unico tentativo credibile rimasto per evitare un Armageddon, già minacciato e riminacciato in tutte le salse.
Impellente dunque un dialogo diplomatico per la Pace da avviare con Chiesa e Politica, e nel nome del Santo universale che unisce cristiani cattolici e ortodossi, come quello realizzato appunto trent’anni fa, dall’allora Papa Wojtyla e dal premier Giulio Andreotti. Quel tentativo mascherato e in nuce verosimilmente tentato dal nostro Governo. ma che proprio Bari ha azzoppato sul nascere proprio alle ultime elezioni europee.
Ma ora eccoci all’evento vero e proprio di questo 28 u.s., nonché il secondo reso possibile grazie all’ospitalità del Presidente della Pro Loco di Putignano e responsabile di questo luogo sacro, Luigi Cino, e alla disponibilità di Padre Giuseppe Goffredo: una solenne messa per l’investitura di quattro nuovi Cavalieri di S. Nicola naturalmente provenienti dalla migliore società civile e con tanto di Giuramento sottoscritto di « …obbedienza al nostro Signore Gesù Cristo, al suo Vicario Pontefice Romano…» in nome e per la difesa dei nostri fondanti valori cristiani e nel pieno rispetto di tutte le regole di comportamento imposte dal rango acquisito.
Pure lo spazio per l’elevazione al grado di ”Commendatore dell’Ordine“ di due già affiliati, una cerimonia riservata ed esclusiva di rara intensità che ha visto la partecipazione di delegazioni di Cavalieri e Dame anche di altri Ordini: come quello della “Casa Reale Tomassini Paternò Leopardi“, lì col suo rappresentante della Puglia Vito Armenise, e quello del “Priorato di Nostra Signora di Sion” nelle persone di Luigi Suez, Gran Maestro della Provincia di Lecce e di Maximiliano della Rocca, Gran Priore e responsabile dell’Italia Meridionale. In attesa dell’appuntamento in Vaticano, a ottobre, dei Cavalieri di San Nicola col Santo Padre Papa Francesco, per ora è tutto.
Enrico Tedeschi