Principale Arte, Cultura & Società Musica, Eventi & Spettacoli Il Tabarro di Puccini per la prima volta a Taranto

Il Tabarro di Puccini per la prima volta a Taranto

Tabarro

Successo ieri sera, al teatro Orfeo di Taranto, del Tabarro, l’opera più moderna e musicalmente innovativa di Giacomo Puccini.

 

Davvero coraggiosa la scelta del Taranto Opera Festival in questo suo secondo appuntamento con la lirica per la stagione estiva 2024. Il Tabarro infatti, a prescindere dal fatto che possa essere sconosciuta a molti, è un’opera  complessa, direi d’urto. Sia per i temi trattati, che per la sua ambientazione, ma soprattutto per le scelte musicali di Puccini,  fortemente innovative e dirompenti.

Un atto unico che segna una svolta per la musica del grande compositore, consapevole del radicale mutamento dei tempi

Tabarro
Pedro Carrillo nei panni di Michele

Sin dalla sua prima rappresentazione, avvenuta al Metropolitan nel 1918, il Tabarro ebbe un’accoglienza a dir poco, tiepida. La critica, infatti, biasimò l’opera dal punto di vista melodico e i commenti, apparsi sull’editoriale The Dial, stroncarono decisamente lo spirito innovativo di Puccini.

 “il compositore non ha ancora imparato che le armonie esotiche non aggiungono nulla a melodie di basso livello”, queste le dure parole che comparvero sulla stampa americana. Ma le cose non andarono meglio in Italia, dove il pubblico non gradì il carattere eccessivamente moderno della musica di Puccini in questa sua opera.

Qualcosa stava cambiando

Era il 1918, il conflitto mondiale minava le certezze dell’uomo, ma anche la sua psiche e la rappresentazione di queste incertezze, di queste angosce, era per il pubblico uno specchio troppo scomodo. Una realtà che preferiva ignorare.

Ma Puccini, sempre attento al mutare dei tempi ed estremamente moderno, volle portare sulla scena il disagio, il degrado, scevro da quei toni mielosi che avevano caratterizzato il melodramma fino a quel momento.

Il suo Tabarro era la rappresentazione iperrealistica di uno spaccato sociale che certamente non induceva al sogno, ma alla disperazione. E anche l’amore era fisico, carnale, lontano da ogni etica.

Tabarro
Mariangela Zito nei panni di Frugola ringrazia il pubblico

I romanzi d’oltralpe di Zola parlavano di una società piena di conflitti interiori, ed anche le musiche di Debussy, di . Stravinskij imponevano nuove armonie che, in sostanza, potessero raffigurare la disarmonia interiore dell’uomo.

In un contesto del genere anche gli ultimi, come Michele, Luigi, Giorgetta, protagonisti del Tabarro, potevano essere lo specchio di una psiche tormentata, inquieta, comune anche ad altre categorie sociali.

Puccini, dunque, percepì questo malessere generale e volle imprimere alla sua musica un nuovo registro, forse scomodo, perché fin troppo violento nella sua capacità descrittiva, ma adeguato ai tempi.

La trama, l’ambiente, i personaggi, gli interpreti

Nessuno sfarzo, nessuna ostentata ricchezza, nell’ambientazione del Tabarro. Tutto avviene su di un barcone, sulla Senna, che diviene simbolo dello scorrere della vita.

Su di esso si svolge il dramma di una quotidianità segnata da lutti e da inesistenti speranze. Il 20enne Luigi( ieri sera interpretato magistralmente da uno straordinario Ugo Tarquini) svolge il suo degradante lavoro di scaricatore alle dipendenze del maturo Michele, impersonato dal bravo Pedro Carrillo.

Non crede che il suo futuro possa cambiare e l’unico suo stimolo è Giorgetta,(resa da Anta  Jankovska), 25enne moglie di Michele, per la quale nutre una passione fisica prorompente.

Giorgetta, moglie fedigrafa e colpita dalla morte del figlio, non ha alcun pentimento per il suo adulterio che per lei costituisce uno stimolo di vita. E la storia tra i due va avanti fino al drammatico epilogo: l’omicidio.

Michele uccide Luigi

Michele scopre l’intrigo amoroso e, in un momento di folle gelosia, uccide Luigi, che fa appena in tempo a comunicargli l’amore per la moglie. Poi, rivendica il suo ruolo di marito, mostrando a Giorgetta il cadavere di Luigi, celato sotto il suo Tabarro.

In un’esplosione musicale straordinaria, cala il sipario su questo spaccato di vita, estremamente attuale.

L’entusiasmo del pubblico

Indubbiamente coinvolto dalla prorompente musica, nonché dall’ottima direzione d’orchestra del maestro Marc Moncusì, il pubblico ha risposto con entusiasmo ieri sera alla prima rappresentazione di quest’opera che si è avvalsa della valida regia di Gabriele Duma, attento a una fedele impostazione scenica e rappresentativa in cui i personaggi si sono mossi perfettamente.

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Giorgetta, Michele e Luigi

Valido anche il contributo del coro, diretto abilmente da Tiziana Spagnoletta, ma soprattutto sono emerse le vocalità di Mariangela Zito, nei panni di una convincente Frugola, e di Alberto Comes, il Talpa della scena, nonché marito di Frugola.

Ma il protagonista assoluto della rappresentazione è stato indubbiamente Ugo Tarquini, che ha dato uno spessore unico e denso di pathos emotivo a un personaggio come quello di Luigi, estremamente fragile e succube di Giorgetta.

Ancora una volta, dunque, grazie alle scelte oculate del Tof, la musica non è stata solo un accompagnamento, ma ha saputo creare una metanarrazione incisiva, coinvolgente.

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