Il titolo sicuramente viene dalle tamerici, questi arbusti deliziosi che si colorano di rosa ai limiti dell’estate
Richiamo quella lirica di Virgilio, nelle bucoliche “Non omnes arbusta iuvant humilesque Myricae” ovvero non “Non a tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici”
E ancora D’Annunzio con la Pioggia nel Pineto dove “..piove sulle tamerici salmastre e aspre”
Myricae è una raccolta di poesie, per gli amanti delle belle parole
Lasciatevi cogliere dai versi, che come sottili trame della natura, come effluvi del poeta arrivano a voi.
E’ una lettura piacevole, colta, raffinata. Pascoli si legge sorseggiando le righe.
Qui siamo nella raccolta che racchiude la sua poetica, scritti in un ventennio dal 1891 al 1911.
In Pascoli è quel piccolo mondo della natura che diventa mito, si interiorizza con il mistero e diventa struttura formale e poetica.
Giovanni Pascoli è un simbolo nazionale, una figura emblematica della letteratura italiana di fine Ottocento
Vissuto 57 anni dal 1855 al 1912 era troppo piccolo per capire l’unificazione di Italia e troppo grande per assistere – se ne andò prematuramente – alla prima guerra mondiale.
Appartiene alla poetica del decadentismo in antitesi al positivismo scientifico. Ecco perché affascina, perché è una poesia piena di fascino. che parla direttamente all’anima,
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Foto di Annette Meyer da Pixabay