Principale Arte, Cultura & Società SNAI Un paese ci vuole

SNAI Un paese ci vuole

Borgo Terra nel sud Salento (Muro leccese)
L’arte del cantautore siciliano Antonio Dimartino (2015)* in una raccolta dal titolo “Un paese ci vuole”, esplora temi di appartenenza  e di identità e si ispira al disincanto e alla crisi esistenziale di Cesare Pavese, quando affermava che, in effetti, “Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”.

Un’affermazione che non può essere considerata un luogo comune. La constatazione nasce dunque dal bisogno di fuggire dai piccoli paesi verso luoghi e culture diverse perché lontane, verso un futuro.  Ma il paese è tutto ciò che resta. Apparentemente si fugge via lasciandosi tutto alle spalle, tuttavia i nativi, nei ritorni alle origini e nei ricordi, è lì che possono ritrovare i frammenti del proprio se. Ma talvolta con il passare degli anni e con i mutamenti interiori ed esteriori che il tempo comporta, può accadere che non li si percepisca più.

Per Pavese il contatto con lo stadio originario, dell’infanzia, consente all’uomo di raggiungere le radici di se stesso, si tratta di una riproposizione del mito che solo la parola può descrivere, ma si tratta di un’invenzione? Per lo scrittore, negli anni, man mano svanirà la magia e l’illusorietà di quest’atto di creazione, opera della parola, dell’arte poetica, mentre si svelerà la dura realtà di  una poetica ferita e di tesori una volta nascosti nella campagna, ma oramai persi.

Il suo collega della Collana Viola, l’antropologo De Martino, giungerà a conclusioni non del tutto differenti quando paventerà “un’apocalisse psicopatologica dell’età contemporanea”, dovuta proprio alla perdita di prospettive sul futuro, allo smarrimento del senso di appartenenza, ed allo sgretolarsi progressivo del patrimonio storico collettivo.

In Italia, la realtà dei paesi è quella del costante depauperamento demografico e della temuta “sparizione dei paesi”, che a livello politico nazionale e locale si tenta di recuperare, conservare, ad esempio con la Strategia Nazionale Aree Interne SNAI.

Si tratta di un’iniziativa promossa dal governo italiano per affrontare le problematiche delle aree interne del Paese, quelle zone distanti dai centri di servizi essenziali e caratterizzate da fenomeni di spopolamento e declino economico.

Tra gli obiettivi principali vi è quello di incentivare il ritorno e la permanenza della popolazione nelle aree interne, favorire la crescita economica attraverso l’innovazione, il supporto alle imprese locali e la valorizzazione delle risorse naturali e culturali, quindi migliorarne l’accessibilità e la qualità dei servizi essenziali come sanità, istruzione e trasporti.

Tra le linee di azione sono previsti il potenziamento delle infrastrutture digitali, lo sfruttamento sostenibile delle risorse naturali, culturali e turistiche, il potenziamento delle strutture sanitarie, scolastiche e dei trasporti, il sostegno alle imprese locali e gli incentivi alle nuove imprese.

Tra gli strumenti di attuazione troviamo i Fondi destinati a progetti specifici nelle aree interne, oltre al coinvolgimento delle amministrazioni locali. Esempi ne sono la riqualificazione dei borghi storici, il sostegno all’agricoltura sostenibile, e per i servizi il miglioramento della viabilità, in quanto potenziando le reti di trasporto pubblico si riduce l’isolamento dei comuni delle aree interne.

Attualmente, nelle aree SNAI per il ciclo 2021-2027, sono ben 1.904 i Comuni ricompresi nelle Aree aggiunte, confermate, riperimetrate, con un totale di 4.570.731 abitanti su una superfice di 94.027,24 km2.

La Regione Puglia ha aderito alla SNAI individuando, nel 2015, i Monti Dauni come area pilota, quindi nel 2016 sono state riconosciute “quali aree interne regionali le tre aree del Sud Salento, dell’Alta Murgia e del Gargano”, alle quali va aggiunta l’area dell’Alto Salento per le Aree SNAI 21-27.

Nel 2019 la Giunta Regionale ha approvato il piano di riparto delle risorse finanziarie disponibili tra le due aree interne del Sud Salento e dell’Alta Murgia, per un importo complessivo pari a € 15.000.000,00, ripartito tra Area Interna Sud Salento assegnataria di 10 Milioni di euro per la realizzazione di: Azione 1 “Fluidificazione e nuova configurazione dello spazio stradale”;- Azione 2 “Costruzione della rete ciclo-pedonale”;- Azione 3 “Fermate evolute del trasporto a domanda (TAD)–Infomobilità, mobilità condivisa”; quindi all’Area Interna Alta Murgia con l’assegnazione di 5 Milioni di euro per la realizzazione di- Lotto A “Svincolo tra SP n. 4 – SP n. 49 “Paredano” – SP n. 48 (km 23+260 – km 23+310)”;- Lotto C “Tratto stradale che va dal km. 24+770 al km. 26+490”;- Lotto D “Tratto stradale che va dal km. 26+490 al km. 27+260”.

Nel 2020 si è proceduto ad impegnare, in favore della Provincia di Barletta Andria Trani, la somma complessiva di Euro 5.000.000,00 avvalendosi delle risorse di cui al POR Puglia 2014-2020. Di recente, per i “Lavori di ammodernamento e messa in sicurezza della SP n. 4 – Canosa di Puglia/Spinazzola – 1° stralcio funzionale” è stato indicato sul BURP che “ancora permangono i presupposti dei precedenti stanziamenti che vanno re-iscritti nel bilancio annuale 2024 e pluriennale 2024-2026”.

Quindi utili risorse per il recupero delle aree interne interessate, secondo alcuni, da una falsificazione storica, di chi vuole demistificare l’Italia delle tradizioni secolari, dei luoghi incontaminati e delle bellezze naturali e artistiche. In realtà si tratta ancora dei piccoli paesi dell’entroterra con il pane che sa di buono, profumi di prodotti locali e ospitalità, accoglienza e solidarietà diffusa, dove la vita scorre lenta e operosa, anche se lontani dalla frenesia delle città.

La vita nei borghi è celebrata dai media e nei social enumerando i festival estivi dedicati alla memoria storica dei paesi, alla sostenibilità, ma permangono le preoccupazioni per il futuro delle aree interne, perché sembra che i paesi per sopravvivere debbano essere speciali, per tutti!

Concordiamo “che un paese ci vuole”, occorre prendersene cura costantemente, dato che non è un luogo per tutti, con le sue fragilità, ognuno con la sua realtà da difendere e proteggere, una realtà complessa da descrivere, ma da rispettare, questo lo si comprende col tempo, l’esperienza diretta e il contatto con la loro quotidianità.

*https://www.youtube.com/watch?v=nlz0MbYnAns&list=PLt8vQ_I-IwHrkaFry87eg2ayMk2H41fv8

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