Principale Politica Lecce, scacco matto del centrodestra

Lecce, scacco matto del centrodestra

Il centrodestra torna a Lecce, Adriana Poli in Bortone è la “nuova” prima cittadina. Non nuova alla classe istituzionale locale e nazionale, Poli Bortone vanta un curriculum di enorme, enorme rispetto. La cronistoria recita: onorevole per il Movimento Sociale Italiano di Almirante dall’83 al 99, ministra all’agricoltura dal 93 al 94 della neonata seconda repubblica a firma Silvio Berlusconi, Sindaco di Lecce per 20 anni (98-2007) e infine, al dì odierno, Senatrice della Repubblica per AN, antenato di FDI.

Riparte dal suo Natale, Lecce. Frizioni, conferma, reunion, victory, questa è stata la campagna elettorale della destra Leccese.

Il sindaco uscente, Carlo Salvemini, vince le primarie della coalizione nel Novembre del ’23 su Pierpaolo Patti (capogruppo Progetto Città) e con 4 mesi di anticipo rispetto a Poli annuncia la sua presentazione a possibile amministratore. E’ qui il punto cardine, il centrodestra vince con ritardo e con frizioni interne sul toto nomi fatto sin d’ora. Nessuno vuole spaccare questa alleanza, che fino ad ora ha corso poco insieme e quando l’ha fatto ha vinto. Quando invece, non lo ha fatto è stata una nobile decaduta del panorama politico leccese roccaforte ventennale.

Si cerca di non preferire nessun toto nome all’altro, proprio per evitare avvallamenti. Paolo Pagliaro, consigliere regionale con Puglia Popolare e pioniere del Movimento Regione Salento ed Ugo Lisi, assessore in Galatina, fanno un passo a lato per favorire la nomina de “l’Adriana” onde disordini interni. Cruciale il passato, quando nel 2019, Bortone corse sola, togliendo voti a Saverio Congendo, candidato dell’epoca ed attuale coordinatore Provinciale di Fratelli d’Italia.

E allora parte la campagna elettorale, non priva d’odio tra le due alleanze. Salvemini gioca sull’età di Poli e sul suo ruolo da finanziere pubblico, complimentandosi solo per aver ridotto l’enorme debito locale, ereditato proprio dalla destra dell’allora amministrazione Perrone, continuando e suggellando che “la sua impopolarità e mancato apporto di stanziamenti pubblici abonrmi è dovuto al risanamento locale cittadino”. E allora parte la pesante artiglieria Poli, affermando pubblicamente in confronto Televisivo : “si è fatto di tutto per poter arrivare al dissesto finanziario, ciò poteva essere evitato”.

Non mancano capi d’accusa bipartisan sulla mobilità cittadina leccese. Poli vs piste ciclabili e la loro implementazione, Salvemini vs Filobus e la sua ideazione, poi proprio voluto dalla senatrice.

Sembra un film all’ultimo colpo, all’ultimo bivio per il centrodestra. Vincere per dare un chiaro messaggio alle Regionali del 2025.

E dopo un mancato apporto maggioritario di 30 voti a discapito di Poli, si giunge al ballottaggio in cui la stessa si impone per un briciolo di voti, circa 600.

Esulta il centrodestra, conosceva bene la posta in palio. Adesso, lo scacchiere regionale diviene più complicato per Emiliano e company.

Forte del risultato pervenuto nel Capoluogo Salentino, la destra rivendica l’identità salentina assai colpita da, a loro dire, “bari centrismo” voluto dalla giunta.

Un boom colossale RI-prendersi il Salento! Dopo il cambio bandiera salentino, proprio per il mancato gradimento al Magliese Fitto e alle sue riforme, ora è e sarà cruciale scegliere bene le proprie armi ore i propri arsenali.

Il PD, alle strette ricorrerà quasi sicuramente alla candidatura all’amatissimo NEOPARLAMENTARE UE Decaro, nonché ex Governatore Barese. Ultima cartuccia da giocare per salvare il possibile dominio regionale italico destro.

Salento abbandonato, un sindaco nel Capoluogo Leccese e vicenda corruttibiltà Emiliano-Decaro, questa è il menù à là carte del Centrodestra.

Signori, preparatevi. Se presso Lecce, l’atmosfera era sub sahariana, in Puglia da oggi sarà magma.

Marco Russo

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