Giuseppe Musolino, nato nel 1876 era U re dell’Asprumunti, un taglialegna che a 21 anni per difendere una partita di nocciole, partecipa a una rissa rusticana
Livori e rancori portano il giorno dopo all’omicidio di uno dei rissosi, del quale viene accusato Musolino, in realtà innocente.
Un processo indiziario che comunque lo inchioda.
Incarcerato nel 1897 evade due anni dopo, e, come promesso commette una serie di omicidi contro tutti quelli che l’hanno accusato e tradito, nascondendosi poi tra le montagne, nei boschi, e persino nei cimiteri, beneficiando dell’appoggio della gente del posto, sia contadini, caprari e gente benestante, che lo vide come simbolo dell’ingiustizia in cui la Calabria allora versava.
La sua notorietà in poco tempo si sparge in tutta Italia grazie alla stampa italiana e pure i giornali stranieri (Times, Le Figaro) iniziano a interessarsi della vicenda.
La sua figura così diventa una sorta di leggenda, e le sue gesta diventano uno spunto per molte canzoni popolari
Il libro che troviamo è scritto da un anonimo e racconta la sua vita e il processo.
Per la sua cattura, usci su un giornale dell’epoca, che il governo abbia speso un milione di lire, Giovanni Pascoli per la sua cattura gli dedica una poesia che restò incompiuta (…dormono gravi salmodie sepolte, curvo passò tra uno squillar d’armati.Intorno ai lombi le catene avvolte, come serpidi ferro: era per quelle tratto a mano: le mani erano molte).
Rientra come personaggio in molti studi e ricerche sulla Calabria.
La Rete
Per leggere il libro qui
Il brigante Musolino è un film del 1950 diretto da Mario Camerini con Silvana Mangano e Amedeo Nazzari ( uno degli avvocati è Arnoldo Foà)