In occasione del terzo e ultimo appuntamento del Taranto Jazz Festival 2024, Nino Buonocore ha regalato al pubblico tarantino un concerto denso di emozioni
Con l’entusiasmante concerto di ieri sera, che ha visto protagonista un musicista del calibro di Nino Buonocore, è calato il sipario sulla quinta edizione del Taranto Jazz Festival. Un’edizione sofferta, ma che non ha comunque tradito le aspettative degli amanti del Jazz del capoluogo Jonico.
Così, malgrado il caldo afoso, nella cornice dell’Arena di Villa Peripato, il cantautore napoletano ha dato prova di grande professionalità e, soprattutto, di grande competenza musicale, unitamente ai componenti del suo quartetto.
Emozioni in Jazz
Schivo, decisamente al di fuori dalle mode cantautorali del momento, che ci propinano nenie musicalmente inesistenti, Buonocore ha parlato con la sua musica, caratterizzando situazioni sociali, momenti, sensazioni individuali, con brani musicali intrisi di vita. Tutto senza retoriche, senza toni melensi, in una fluidità musicalmente espositiva che ha convinto il pubblico, entusiasmandolo.
Una voce dolce la sua, ben inserita in una musicalità straordinaria resa da musicisti incredibili, quali Pino Tafuto al pianoforte, Antonio De Luise, al contrabbasso e Amedeo Ariano, alla batteria.
E se la musica ha una voce, un ruolo, ieri sera, di certo, grazie a questi musicisti, si è trasformata in carezza.
Tutto, dunque, perfettamente calibrato, in una simbiosi vocal- strumentale, frutto di anni di esperienza, ma soprattutto di studio.
Nino Buonocore
Cantautore raffinato, ricercatore quasi di atmosfere sonore, Buonocore vanta un curriculum straordinario. Una carriera di 40 anni, che lo ha portato a collaborare con musicisti di fama internazionale.
E il suo approdo al Jazz è stato il coronamento, quasi il traguardo, della sua ricerca musicale, arricchita indubbiamente dall’incontro, decisivo per lui, con l’iconico Chet Baker. Un incontro , avvenuto nel lontano 1988, che lo ha radicalmente inserito nel panorama della musica Jazz.
E da allora, Buonocore, certamente voce dissidente nella giungla del business discografico, ha marciato in perfetta autonomia e libertà, non piegandosi alle richieste o ai dictat del mercato discografico.
Una musica d’autore, quindi, la sua, che ovviamente non può accettare i compromessi dei baracconi popolari quali alcuni Festival, .
Una scelta, per molti versi, scomoda, ma che ci regala vera musica. E, ieri sera, questo interprete straordinario, ha dato prova di saper raccontarsi, ma anche di saper raccontare la vita.