Il libro di oggi ci riporta nel periodo garibaldino
La nostra autrice Enrichetta Caracciolo (1821/1901) è stata una patriota e scrittrice, un’interessante figura femminile del Risorgimento, costretta a diventare monaca – il libro in parte è una denuncia di tale vezzo in voga nel passato.
Ebbe natali prestigiosi: figlia di un ufficiale borbonico imparentato con i nobili, come nobile era la madre.
La morte del padre accende le luci del convento, fu consacrata novizia e nel 1842 pronunciò i voti solenni, mentre la madre si risposò a Reggio dove si era trasferita.
In questo libro c’è la narrazione di questa vita di clausura dove affiora, attraverso letture di giornali dell’opposizione, il fermento rivoluzionario che la portò a chiedere al papa lo scioglimento dei voti.
Il racconto descrive questa lotta per liberarsi da una condizione, osteggiata continuamente intrecciata con l’avvento dei moti rivoluzionari.
Solo nel 1849, grazie ai disturbi nervosi di cui soffriva, ottenne finalmente il permesso di rompere la clausura per poter ricevere delle cure, accompagnata dalla madre che in un moto di rimpianto per le sofferenze addotte alla figlia, cambia atteggiamento nei suoi confronti.
E’ proprio nel momento dell’incontro con Garibaldi, mentre l’eroe dei due mondi, assisteva in Duomo alla messa di ringraziamento per la fuga di Franceschiello, Enrichetta lasciava sull’altare il suo velo di sposa, dando la mano a Garibaldi.
Non c’è altro in rete, tranne il libro che potete scaricare