Principale Arte, Cultura & Società Dalla Bari Bizantina alla Bari della Pace?

Dalla Bari Bizantina alla Bari della Pace?

Un forfait dell’ultim’ora per la visita alla Bari vecchia e Bizantina in programma per ieri, si è conclusa alla fine domenica scorsa la così divenuta tregiorni che Aristocrazia Europea ha organizzato a Bari. Un’iniziativa della prof. Angela Campanella con la collaborazione operativa dell’architetto Attilio Canta non solo nella doppia veste di responsabile regionale di questo elitario sodalizio e di vicario dell’antico Ordine della Nave e di S. Nicola a guida del dr. Giuseppe Massimo Goffredo, ma anche di delegato del trecentesco e prestigioso Ordine del Drago.

Ed è proprio in questo ruolo che Canta, insieme alla vera artefice dell’intero evento (la prof. Campanella) e con la presenza e l’avallo del Sindaco di Latiano, l’avv. Cosimo Maiorano, ha ordinato Cavaliere del Drago il noto imprenditore romano Christian Nardoni. E pure volutamente questo 20 u.s., e cioè in concomitanza della festa patronale in onore di Santa Margherita d’Antiochia e protettrice di questo Ordine.

Subito dopo la visita di tutti i presenti (foto di apertura) alla vicina Chiesa Madre come omaggio più che dovuto a Lei, prima della visita allo splendido Palazzo Imperiali e al Museo dovuto alla generosità di Fabio Pierri Pepe, una scoperta per noi quella di una Latiano (BR) interessante sotto tutti i punti di vista e che, proprio per non farsi mancare davvero nulla, aspetta oltretutto, e a breve, pure un prestigiosissimo riconoscimento da parte dell’Unesco.

Una riscoperta invece, sempre nel pomeriggio della stessa giornata, quella di una ulteriormente rilanciata e valorizzata Martina Franca, a 35 anni di distanza dal nostro speciale sul ricchissimo magazine Sud Extra dell’indimenticabile Mario Gismondi,  è una “Capitale del Barocco della Valle d’Itria” quella che ci si è rivelata quasi inedita e un caleidoscopio inaspettato di emozioni: a partire dalla visita alla stupefacente Chiesa dei Cappuccini dal quadro di Santa Margherita di Antiochia – era la sua giornata e dunque anche quella da cui abbiamo deciso di far partire questo nostro report- alla incredibile cornice dei suoi altari zeppi di preziose “tarsie martinesi”  e senza dimenticare di certo la sua cripta ipogea di inarrivabile suggestione.

Secondo step, attraversando il suo ormai celebrato centro storico, una visita alla Chiesa della Confraternita della Immacolata dei Nobili, ospiti dell’avv. Tiziano Valente Ancona, prima di giungere infine al Conservatorio di Santa Maria della Misericordia “Convento Monacelle” e Fondazione Caracciolo – De Sangro. Un vero e proprio scrigno ricco di tesori anche rari e con una Storia che non è solo quella legata a questi luoghi, ma un vero e proprio racconto pressoché inedito che, come tessere mancanti e ritrovate di un mosaico, propongono una chiave di lettura diversa non solo del passato di questa Città o del nostro Sud, ma dell’intera Italia, Guide d’eccezione come Angelo Raffaele Fasano e sua figlia Viviana, e poi inerpicandoci fino al campanile al terrazzino dalla vista mozzafiato, un posto davvero da visitare assolutamente. Così dunque sabato scorso prima di una degustazione di specialità tipiche in una antica masseria fortificata del XVIII secolo.

Invece tutta nello splendido Museo Civico di Bari l’intera giornata di venerdì 19, e dedicata al Convegno – Seminario di Studi Storici Bizantini, e pure sotto l’egida del Centre Culturel du Monde Byzantin di Tirana in stretto collegamento con il suo attivo Centro omologo locale, e sorto con l’idea di mettere al centro della Storia Medievale di Bari l’aspetto bizantino della città di San Nicola. Con una mattinata, chiamata come il libro a breve in stampa a firma della Campanella, “Bari tra Roma e Bisanzio – Storie di potere della Chiesa e dell’Impero dall’alba del Paleologo alla caduta di Costantinopoli”, un’occasione per un focus sulla storia di Bari sulla scorta degli avvenimenti succedutisi nel «Millennio Bizantino» (dal 476 d.C., cioè dalla deposizione dell’ultimo Imperatore Romano d’Occidente, al 1543 e anno della caduta di Bisanzio).

Dopo i saluti del dottor Francesco Carofiglio, direttore del Museo Civico e del professor Maurizio Damato, delegato per la Puglia della Real Casa Bagrationi Imereti, coordinati dalla medievista Giorgia Cutino questi gli altri importanti contributi: Vito Armenise, dell’Archivio Storico Tommasini con “L’influenza Bizantina in Puglia nell’architettura, nell’arte e nella cultura”, Gianfranco Liuzzi,  editore del volume e delegato per Bari del Centre Culturel di Tirana, il filosofo e poeta  Francesco Bellino con un’affascinante relazione su “Bari città aperta fra Oriente e Occidente: L’etica mediterranea” e Nicola Cutino, storico, nonché autore della Prefazione al già citato volume, e dal titolo “Intransigenza e fanatismo: un probabile excursus storico fra Oriente e Occidente (suggestioni)”.

Sempre il 19, dopo un lunch a un ristorante vicino, ripresa dei lavori alle 15,30 con un a dir poco imperdibile “Laboratorio di iconografia bizantina”: questo il titolo dato all’appuntamento con il famoso iconologo padre Antonio Calisi che in realtà si è rivelato molto al di là di quanto riportato sulla locandina del programma. E infatti a precedere la dimostrazione pratica di come si realizza un’icona, è stata una vera lectio magistralis su questa raffinata forma d’arte, quella cui abbiamo assistito, e in cui don Calisi è anche riuscito a spiegare il mistero dello straordinario impatto emotivo ed empatico che le icone provocano in chi le osserva, nonché la profonda diversità di queste da altre espressioni pittoriche o musive simili.

E non certo si tratta di una sola questione di stile, bensì del fatto che ogni opera è frutto di un’ispirazione che è in realtà il risultato di un vero e proprio dialogo trascendentale che l’autore cerca di instaurare col Divino, alla ricerca di una dettatura dall’Alto che poi guidi la sua mano. A seguirlo ancora un contributo dai contenuti altissimi, è un don Nicola Bux già teologo e collaboratore – scusate se è poco – addirittura dell’allora Cardinale Joseph Ratzinger (ma ora Padre Spirituale della Confraternita di San Giuseppe di Bari) quello che ha incantato la platea. Pure qualche nota di allegria affidata alla bravura di Pino Cacace ed Enrico Milanesi Amenduni, in chiusura di serata la consegna ai relatori di un attestato di benemerenza da parte di Attilio Canta, quale delegato regionale di Aristocrazia Europea e pure cadeaux a nome del Centre Culturel e dell’Associazione Incontri da parte della prof. Campanella, come una stampa storica della Basilica realizzata nel 1987 (anno delle celebrazioni per il 900 ° della Traslazione delle ossa di San Nicola) e un CD di letture scelte.

Una domenica 21 alla scoperta della incredibile Puglia Paleolitica, e prima regione forse del Mondo  per tutto ciò che ha, particolarmente indovinata anche la scelta di chiudere questo organizzato viaggio nella cultura e nel tempo, spingendolo fino ai primordi: questo il senso  della trasferta ad Altamura per una visita alla sua Cattedrale, al Pulo e al suo straordinario Museo Archeologico Nazionale con tanto di fotografatissima ricostruzione reale e perfetta del famoso “uomo di Altamura” sulla base dello scheletro fossile rinvenuto nella caverna di Lamalonga. Un perfetto colpo finale, a effetto, soprattutto per gli ospiti, impossibile non plaudire a questa riuscita iniziativa che ha anche avuto l’indiscutibile merito di consolidare il rapporto tra diversi ordini cavallereschi che, pur sotto diversi stendardi ma accomunati dagli stessi profondi valori cristiani, sono oggi quella élite culturale e quell’esercito senza armi della Fede su cui, a un suo richiamo, Papa Francesco sa di poter sempre contare per promuovere quella Pace che l’Umanità intera invoca inascoltata. E dunque cosa di meglio che cominciare a organizzarsi per intensificare i rapporti e prendere iniziative affinché Bari possa riproporsi, nel nome universale di S. Nicola che unisce fra loro i fratelli cattolici e ortodossi, come “Capitale Mondiale della Pace” come lo fu nel 1990 con il Papa e Santo Karol Wojtyla? 

Enrico Tedeschi

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