Principale Attualità & Cronaca Comunicati stampa ‘Il paese dei campanelli’ chiude la stagione estiva del Taranto Opera Festival

‘Il paese dei campanelli’ chiude la stagione estiva del Taranto Opera Festival

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Sarà l’operetta “Il Paese dei Campanelli” a chiudere il 25 e 26 luglio prossimi la stagione estiva 2024 del Taranto Opera Festival. Un’opera in tre atti di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato.

Nuova veste per ques’operetta che ha festeggiato il centenario. Ci saranno infatti una nuova drammaturgia e una nuova regia a cura di Corrado Abbati, con la direzione musicale di Alberto Orlandi. Coreografie a cura di Francesco Frola.

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Locandina dell’evento

Rappresentata per la prima volta a Milano nel 1923 é senz’altro una delle operette più gradite al pubblico ed alla critica. E in scena, al teatro Orfeo di Taranto (ingresso ore 20, sipario ore 21, per entrambe le serate), ci sarà la Compagnia Corrado Abbati. Suonerà l’orchestra del Taranto Opera Festival.

Un ritorno significativo

Per “Il Paese dei Campanelli” torna da protagonista nella sua città d’origine, Taranto, Domingo Stasi, tenore di esperienza e fama internazionale. Ed é lui, in questa intervista, a spiegare l’opera e la collaborazione con il Taranto Opera Festival.

Ha una lunga ed importante carriera internazionale, oggi torna nella sua città d’origine, Taranto, in collaborazione per la prima volta con il Taranto Opera Festival. Può commentare questa collaborazione e il fatto di esibirsi a Taranto?

Esibirsi a Taranto, per me, è sempre una gioia immensa e, contemporaneamente, una grande responsabilità. Per quanto, superficialmente, si possa credere, il pubblico tarantino è competente, esigente, caloroso. Se lo si merita, perché Taranto ha comunque una lunga e importante storia di teatro e di cultura musicale. È successo non poche volte che debuttassi a Taranto nel passato, e questo mi ha procurato sempre particolari emozioni, ma ha presupposto anche una preparazione rigorosa e quasi maniacale nel rispetto dell’ appuntamento.

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Domingo Stasi

Il Taranto Opera Festival è una realtà che in questo momento storico era molto importante per la città: bisognava riportare la stagione dell’opera con programmazione, continuità e dignitosa professionalità.

De Padova e Cuccaro ci sono riusciti, e credo abbiano l’umiltà di conoscersi quale cantiere sempre aperto alla crescita e all’arricchimento qualitativo.

Lodevole il loro operato, come quello delle altre associazioni tarantine che si occupano di cultura. Sono contento e propositivo per il contatto con questa realtà. Come spettacoli, ho potuto

vedere solo il Gianni Schicchi dell’anno scorso e il Barbiere di Siviglia di questa stagione estiva.

Parliamo dell’opera in programma, Il Paese dei Campanelli. Cosa state proponendo al pubblico e quali sono le novità di questa produzione? Ci dice qualcosa, in particolare, sul suo ruolo? 

Si porta in scena l’operetta Il Paese dei Campanelli, uno scritto di Virgilio Ranzato, primo violino della Scala, fuggito dalle ire e dall’egemonia di Toscanini, che collaborò per il testo con Lombardo, esattamente cento anni fa (1923).

È un’operetta tipicamente italiana, famosa e simbolica per questo filone, con una trama favolistica, ma non improbabile quale vicenda da accostare alla realtà.

La sua musica offre spunti, talvolta, anche di pucciniana memoria, raccoglie temi comici e intimamente romantici, assecondando sempre il carattere leggero del genere teatrale musicale del quale fa parte.

La mette in scena la Compagnia di Corrado Abbati, che da circa 35 anni primeggia a livello nazionale. È l’ambiente nel quale ho mosso i miei primi passi in teatro e per 15 anni ho fatto parte di questa realtà. Occasionalmente torno sempre con entusiasmo alla casa d’origine..

È un modo molto moderno e al passo con i tempi, quello di Corrado Abbati, di proporre operetta, genere, ritenuto a torto, minore e vetusto. Solo in Italia, però, poiché all’estero appare con pari dignità con tutti i generi teatrali.

Il mio ruolo è quello di Hans, capitano della Marina inglese, alle prese, insieme al suo equipaggio, con un soggiorno obbligato su un isolotto olandese, che asseconda la fantasia esotica del tempo. Intrecci di amori, avventure e tradimenti sono il sale che anima le pagine musicali. Il tutto è vissuto con leggerezza, comicità e ironia.

Hans è l’icona scontata del marinaio dongiovanni che nasconde, nel suo personaggio, anche sentimenti sinceri.

Del cantare dice che “è l’esplosione di una gioia intima, espressione genuina di drammi e commedie, vibrazione dell’anima, energia del cuore”. L’opera lirica piace sempre di più e, in Puglia, sta avvicinando anche settori e fasce d’età insolite, come i giovani. Qual è il suo messaggioal pubblico affezionato all’opera?

Sì, è vero, i giovani si stanno avvicinando all’opera, o almeno non lo considerano più un oggetto non identificato. Forse anche grazie a figure come Pavarotti e Bocelli, a operazioni come quella dei tre tenori di trenta anni fa, a qualche presenza in più in tv, eventi tanto vituperati dai turisti e dai fanatici melomani.

Io credo che tutto quello abbia invece giovato per una funzione più immediata, per avere un’ dea del mondo dell’opera. Poi bisogna documentarsi per conoscerla davvero.

Credo che siano importanti due cose per conoscere meglio o magari far parte del mondo dell’opera. Ascoltare tanto, ma anche i dischi del passato e andare a vederla dal vivo in teatro. Abituarsi assolutamente alla dimensione dal vivo a teatro. Le emozioni, la percezione, e l’impagabile insegnamento risultano diversi. Troppi giovani cantanti musicisti, oggi, non lo fanno.

Ha in futuro altri progetti con il Taranto Opera Festival?

Per il momento non ho altri progetti futuri con il Taranto Opera Festival, ma le porte sono aperte a qualsiasi tipo di collaborazione. Amo la mia Taranto, dalla quale sono lontano, sì, ma sarebbe difficile negare il mio operato a eventuali inviti.

Una stagione estiva positiva

Con tre opere liriche, un programma di concerti sinfonici ad ingresso libero e percorsi turistici in collaborazione con tour operator, il Taranto Opera Festival sta per concludere la stagione estiva 2024.

Un bilancio decisamente positivo che lascia ben sperare in un futuro sempre più ricco di successi

Per informazioni www.tarantoperafestival.it; telefono e

WhatsApp 3757044367.

 

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