Principale Arte, Cultura & Società Leporano – Al Muscettola la Taranto del futuro ha un nome ‘Bellezza’

Leporano – Al Muscettola la Taranto del futuro ha un nome ‘Bellezza’

Del libro “Oltre le mura”, presentato ieri sera, nel suggestivo atrio del castello Muscettola di Leporano, ne abbiamo già parlato nel giorno della presentazione presso l’Università di Taranto

Oggi ci va di rispondere alle sollecitazioni emerse dal dibattito curato dalla nostra Tiziana Grassi

Colpisce la sofferenza del giudice Antonio Morelli che dà al territorio il significato di anima, quella città sul mare che solo un vecchio può ricordare col suo maestoso lungomare che allungava l’occhio sino al Faro di San Vito, prima che la città venisse fagocitata dalla bramosia dei palazzinari, veri criminali della bellezza.

Sarà che i veri tarantini non ci sono più, perché un conto è abitare a Taranto, un conto essere di Taranto, ma di Taranto Taranto come domanda nel suo esilarante spettacolo l’attore tarantino Massimo Cimaglia

Come sottolinea il prof Piero Massafra che i tarantini superstiti alla unificazione d’Italia a fine ‘800 erano settemila. E chiaro che in 200 anni a Taranto sono venuti da tutto il sud e non solo.

Sarà questo a creare il muro dell’indifferenza e consentire lo scempio dei pini divelti in via Dante per una ciclabile pazzesca. Qualcuno in un forum ha persino scritto “meglio, così i Pini non cadono sulle auto”.

La sollecitazione di Morelli mi fa ricordare Ernesto un elettrauto, piccolo di statura, che andato in pensione amava dedicare il suo tempo alle sue piantine sul balcone e sulla terrazza cui aveva accesso.

Due semi di limone piantati in due vasi, sono diventati piccoli alberelli. Mi chiese, conoscendomi come una persona che sa muoversi nel sistema pubblico, di piantare quegli alberelli in due buchi sul marciapiede del borgo – siamo in via Guglielmo Oberdan – Una sorta di risarcimento verde, in quegli spazi urbanistici previsti per alberatura, ma vuoti. Ovviamente gli feci fare una lettera al Sindaco Stefàno.  Dopo mesi di silenzio incontrai il sindaco: “Ezio hai ricevuto una lettera di un cittadino che vuole piantare due limoni?” “Ah sì? Beh, falli portare a casa mia che li pianto nel mio giardino”.

La risposta mia fu il silenzio, ma il giorno dopo con l’associazione CoriTa piantammo i due alberi come si vede nelle foto che seguono con quel risultato evidente.

 

Ecco la modalità di risposta, ecco la città che si muove in avanti come suggeriscono gli autori del libro.

Con il CoriTa  (Comitato Rimboschimento Taranto) potremmo coprire tutti i buchi vuoti dei marciapiedi del Borgo con Lecci ed essenze autoctone. Una proiezione nel futuro

Poi potremmo anche parlare di storia, di Bilbao, come ha fatto il sindaco di Leporano Vincenzo Damiano, ma diventerebbe una lezione, meglio chiudere con le parole di Giovanni Battafarano che del libro è stato il capitano, quello che lo ha pensato e ha coinvolto amici  per scriverlo.

Giovanni parla di una evidente contraddizione storica di una classe politica alla quale appartiene e non solo lui, ma anche noi, che per decenni ha guardato la città industriale. Il Pci nelle sue feste dell’Unità in villa Peripato, mostrava in pompa magna le industrie di Taranto. Poi c’è stato il 2012, l’inquinamento passava dal reato di chi imbratta le cose pubbliche alla chiusura delle aree bollenti dell’acciaieria. La giustizia è lenta, suggerisce il giudice Morelli, ma prima o poi arriva.

Battafarano insiste sulle soluzioni green della produzione di acciaio, tra decarbonizzazione e uso di idrogeno o preridotto elettrico. Ma la vera risposta è la cultura, investire sul paesaggio, sul mare, sul gusto, sul turismo, sul verde urbano.

Ecco le sollecitazioni da un libro e da un dibattito. E davvero chiudo pensando a Ernesto che prima di morire lascia due alberi di limoni, ecco il senso vero dell’evento di ieri. Bisogna dire basta! Investire sulla bellezza!

Taranto è anche una città ricca di persone serie, intellettualmente oneste, capaci Queste persone ora devono reagire. Non hanno più senso le mani pulite di tanti se rimangono in tasca. E’ il momento della mobilitazione. E’ il momento della responsabilità, è il momento dell’unità tra le persone appassionate per un bene comune.

Facciamo tutti un passo avanti. Per Taranto, sempre.

LASCIA UNA RISPOSTA

Inserisci il tuo commento, grazie!
Inserisci il tuo nome qui, grazie

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.