di Vincenzo Caccioppoli
Cade un altro dei falsi tabù che le sinistre stanno portando avanti da mesi in merito al governo Meloni.
La narrazione che il governo di centrodestra sia amico degli evasori e faccia di tutto per agevolare il loro compito subisce un altro, l’ennesimo occorrerebbe dire, duro colpo dai dati sulle entrate fiscali nei primi 5 mesi dell’anno. A maggio le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono ammontate a 43,3 miliardi: un aumento del 7,1% (2,9 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2023. Nei primi cinque mesi del 2024, stando alle statistiche di Bankitalia, gli incassi sono saliti a 206,8 miliardi, in salita del 7,1% pari a 13,7 miliardi. Il bollettino delle entrate diffuso dieci giorni fa dal dipartimento Finanze del Mef calcolava un gettito lievemente superiore: 210,7 miliardi in cinque mesi tra imposte dirette e indirette, contro i 192 dello stesso periodo del 2023: +9,7%.
Merito soprattutto del buon andamento delle ritenute sul lavoro dipendente e delle ritenute sugli interessi e premi corrisposti da istituti di credito. Buone notizie comunque per il ministro Giancarlo Giorgetti, alle prese con la preparazione del piano strutturale di bilancio da presentare a settembre alla Commissione Ue – che chiede all’Italia di ridurre il deficit per uscire dalla procedura di infrazione – e con la messa a punto della manovra per il 2025. Scendendo nei dettagli dell’analisi si evidenzia come In particolare, l’Irpef ha portato all’Erario 8.160 milioni di euro in più (+9,3%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La variazione positiva ha interessato tutte le tipologie di ritenute: le ritenute effettuate sui redditi dei dipendenti del settore privato (+3.420 milioni di euro, +8,5%), sui redditi dei dipendenti del settore pubblico (+3.541 milioni di euro, +9,1%) e sui redditi di lavoro autonomo (+394 milioni di euro, +7,0%). In salita anche i versamenti in autoliquidazione: +799 milioni di euro (+70,3) rispetto ai primi cinque mesi del 2023.
Segno “+” anche per l’imposta sostitutiva sui redditi e le ritenute sugli interessi e altri redditi di capitale il cui gettito mostra un aumento di 3.940 milioni di euro (+96,4%). La tendenza positiva è dovuta, in particolare, ai versamenti a saldo, effettuati nel mese di febbraio e relativi al 2023, delle ritenute su interessi e premi corrisposti da istituti di credito (+2.047 milioni di euro, +239,7%). In aumento anche il gettito derivante dalle attività di accertamento e controllo: il dato relativo al periodo da gennaio a maggio 2024 è di 5.715 milioni di euro, con una variazione del 25,4 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Numeri legati, come evidenziato dal MEF, dai versamenti relativi alla rottamazione quater, considerando che il 28 febbraio è scaduta la terza rata prevista ai fini della definizione agevolata e che il 15 marzo è stato il termine ultimo per effettuare il pagamento delle prime tre rate dovute, prorogate dal DL Milleproroghe. Dato positivo anche le entrate contributive, che nel mese di maggio sono risultate pari a 110.925 milioni di euro, in aumento di 1.845 milioni di euro (+1,7 per cento) rispetto al corrispondente mese dell’anno precedente. Le entrate contributive dell’INPS ammontano a 100.409 milioni di euro, in aumento di 1.193 milioni di euro rispetto al 2023 (+1,2 per cento).
Un andamento che riflette la crescita delle entrate contributive del settore privato (+1,3 per cento), accompagnato dalla diminuzione registrata dagli incassi delle gestioni dei lavoratori dipendenti pubblici (-0,9 per cento). Insomma questi dati assai positivi archiviano definitivamente l’ipotesi di una manovra correttiva e pongono anche bassi migliori per la prossima legge di bilancio.