Giovanni Toti non è più il presidente della Regione Liguria.
Ad annunciarlo l’assessore alla Protezione Civile Giacomo Giampedrone deputato a consegnare la lettera di dimissioni irrevocabili all’ufficio protocollo dell’Ente.
Lettera dolorosa ma con pieno senso di responsabilità verso i Liguri quelle di Toti.
Responsabilità amministrativa nel chiamare anticipatamente alle urne i cittadini insieme ad un senso di innocenza e strumentalizzazione della vicenda rappresentano la visione dell’oramai ex primo cittadino Ligure.
Reazioni combattute nel parlamento italico, da Schlein che definisce “un atto tardivo ad attivare”, a Donzelli che esprime la propria vicinanza al Presidente coadiuvando solidarietà e delusione per il sistema giuridico italiano.
Toti, lascia un’eredità importante. Lascia una Liguria rinnovata, ricostruita dalla macerie e con un nuovo Assestamento di bilancio e un Rendiconto finanziario, fondamentali per la gestione dell’Ente.
Il 55enne originario di Viareggio culmina così la sua carriera Politica, anticamente molto promettente.
Muove i primi passi delle Giovanili del PSI di Craxi per poi cavalcare l’onda liberale del Cavaliere.
Parte da moderato, giornalista incalzante di Studio Aperto prima, poi di Rete 4 e VideoNews infine.
Diventa poi un fedelissimo di Berlusconi, tanto da rientrare nella stretta cerchia dei suoi consiglieri partitici e da divenire Europarlamentare di riferimento liberale.
La carriera di Toti è in ascesa e sembra quasi coronare un sogno.
Si candida a Governatore della sua regione adottiva e vince stracciando una regione tipicamente devoluta a sinistra.
Tutto sembrava fatto affinché raccogliesse le redini Forziste, ma l’aria di rimpasto innovativo l’ha tagliato fuori.
Fonda Cambiamo! ad un anno dalle regionali e ancora una volta, nonostante aver contro il Covid e le sue politiche restrittive atte a polemizzare, non vince ma stravince sempre sostenuto dal CentroDestra.
Nel post pandemico confluisce in Coraggio Italia insieme al suo amico, nonché primo cittadino lagunare, Luigi Brugunaro per poi a loro volta allearsi in Noi Moderati, compagine di Governo.
Lanciato “moderatissimo”, come si definisce tocca il punto più alto della sua carriera.
Dopo la partecipazione a Governo post Politiche ‘22 inizia a gettare le basi per ripartire sul modello Berlusconiano, dopo essere stato tagliato fuori.
Un astro però stroncato dalla controparte politica:
7 Maggio 2024 Giovanni Toti viene arrestato.
Corruzione, abuso d’ufficio e falso questi i capi d’accusa mossi dalla Procura al Toscano.
Prove prive di fondamento senza certezza giudiziaria e soprattutto umana che portano Giovanni ai domiciliari.
Resiste, resiste, resiste fino al crollo.
Resiste da antagonista delle sinistre alla commedia inscenata con copione prevedibile: lucrare sul diritto d’innocenza d’un uomo fin a prova contraria incolpevole di aver peccato.
Sembra una favola, poi tutt’altro è: in questo caso il principio etico non perviene, anzi per di più si lascia il sentimento del calpesto avverso la dignità umana.
Giovanni ha resistito fino ad oggi, fino alla chiusura dei sui lavori politici.
Giovanni si è dimesso per riprendersi la sua libertà che fin d’ora gli era stata negata per paura di divenire recidivo nello svolgere i suoi atti.
Se il reato verrà provato è giusto che paghi.
Ma se il suo sentimento patriottico ligure, atto alle dimissioni per prevenire lo sbando imprenditoriale della regione, avrà la meglio, vorrà dire che la macchina del fango sinistra per scardinare la volontà popolare avrà sovvertito un pover’uomo.
Marco Russo