Il Brasile ha deciso di assumere, questo giovedì, la custodia dell’ambasciata argentina e del Perù in Venezuela, dopo che i rappresentanti di entrambi i paesi sono stati espulsi da Maduro in merito al riconoscimento del turbolento processo elettorale. La richiesta è stata avanzata dalla cancelliera argentina Diana Mondino al ministro Mauro Vieira. L’accordo prevede la protezione degli edifici e degli archivi nonchè la protezione del corpo diplomatico del governo, ora in asilo, rifugiatosi nell’ambasciata di Caracas. Resta in sospeso una richiesta ufficiale da parte del governo peruviano con lo stesso contenuto, ma il Brasile ha già segnalato positivamente di assumersi la responsabilità.
Il Brasile assume il controllo dell’ambasciata argentina e del Perù in Venezuela
Mercoledì a Washington, il ministro degli Esteri argentino Diana Mondino ha chiesto “la solidarietà di tutti i paesi nella collaborazione con gli sforzi diplomatici e la protezione dei richiedenti asilo”, partecipando a una riunione di emergenza del Consiglio permanente dell’Organizzazione degli Stati americani (OSA). Secondo l’accordo, il governo brasiliano potrà, quindi, anche occuparsi delle questioni rilevanti in Venezuela per conto delle autorità argentine e peruviane. Sul palazzo dell’ambasciata argentina intanto, è già stata issata la bandiera brasiliana. Oltre all’Argentina, il regime di Maduro ha espulso anche i corpi diplomatici di altri sei paesi latini che contestavano i risultati proclamati delle elezioni in Venezuela: Cile, Costa Rica, Perù, Panama, Repubblica Dominicana e Uruguay. I richiedenti asilo sono oppositori del governo di Nicolas Maduro. E dovranno, quindi, con l’aiuto del Brasile, essere trasferiti nelle ambasciate di altri paesi, come quelle dei membri dell’Unione Europea. Attraverso i social media, Javier Milei ha ringraziato il governo brasiliano per la sua disponibilità ad agire in merito al caso, ricordando i “legami forti e storici tra i due paesi”.