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Henryk Siemiradzki – Quo vadis?

Il romanzo storico di oggi ha fatto davvero epoca, a parte l’interminabile spasso del dialogo circolare: “dove vai? Al cinema. A che vedere? Quo vadis. E che significa? Dove vai…” è certamente una storia che ha coinvolto intere generazioni

L’autore è il polacco Henryk Sienkiewicz (1846–1916), che la biografia descrive come un inquieto studente che parte da giurisprudenza, nella Scuola Centrale di Varsavia, per poi cambiare e frequentare i corsi di medicina, e poi finire col laurearsi in lettere.

Quindi comincia come giornalista e poi arriva ai libri. I primi libri lo rendono famoso e lo portano a girare il mondo, ma è l’Italia il paese che considera quasi una seconda patria.

E fu proprio il nostro paese a dargli l’estro, l’idea, lo spunto per il suo capolavoro: “Quo vadis?”

Roma lo adottò e sedusse in quei camminamenti tra via Appia e via Ardeatina, la cappella nel cui ammattonato c’era un pezzo della vecchia strada con l’impronta di un piede; fu lì che, secondo la tradizione e l’apocrifo degli Atti di Pietro, Cristo avrebbe incontrato Pietro in fuga da Roma e risposto al quesito dell’apostolo: «Domine, quo vadis?».

Sullo sfondo della Roma imperiale, soffocata dalla tirannide di Nerone, viene narrata la storia d’amore contrastata e impossibile fra Licia, una cristiana proveniente dai Ligi, e Marco Vinicio, patrizio romano.

Il loro è un amore solcato dalle differenze ideologiche che dividono i loro mondi: quello pagano, nel suo massimo splendore di gloria e nella sua massima decadenza morale, e quello dei cristiani delle catacombe, impregnato di preghiera e amore fraterno.

La loro storia affonda dunque in quella serie di avvenimenti storici che condurranno al grande incendio di Roma del 64 e, di conseguenza, alla successiva persecuzione anti-cristiana.

L’opera ebbe uno sfruttamento nel cinema con sei produzioni. La prima del 1901 di Lucien Noguet e Ferdinand Zecca, nel 1912 c’è il film diretto da Enrico Guazzoni. Nel 1925 da Gabriellino D’Annunzio e Georg Jacoby,

Poi arriviamo ai più moderni, nel 1951 è film diretto da Mervyn LeRoy, a colori il più famoso, della durata di circa tre ore di pellicola e sulla rete si puo vedere un promo

Poi miniserie televisiva diretta da Franco Rossi. La serie televisiva “Quo vadis?”, andata in onda su Rai Uno nel 1985 in 6 puntate, è una delle più potenti narrazioni ambientate al tempo di Nerone e durante le tragiche persecuzioni dei primi cristiani.

La storia, tratta dall’omonimo romanzo di Henryk Sienkiewicz, ruota intorno all’amore del patrizio Vinicio per l’ancella Licia, per amore della quale si convertirà. Regia di Franco Rossi. si puo vedere su rayplay  

E infine, Jerzy Kawalerowicz del 2001.

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