Principale Economia & Finanza  Una svista galattica

 Una svista galattica

di Canio Trione
Nel calcolo del Pil si include tutta la pubblica amministrazione e cioè anche gli stipendi dei dipendenti dello stato e degli enti locali. Così facendo se interi settori produttivi scompaiono il Pil ne risente in maniera molto modesta se non irrisoria. Se poi quella riduzione viene compensata dall’aumento degli stipendi pubblici anche molto modesto… vedremo che il Pil non risente affatto del collasso di imprese grandi o piccole. Se per esempio Ilva di Taranto passa da un fatturato di dieci miliardi a un fatturato di un miliardo mentre vengono assunti nuovi militari retribuiti nel loro complesso con nove miliardi il Pil rimane quello di prima… stessa cosa accade per le piccole imprese del commercio o di ogni altro settore.
Nella realtà effettiva e non solo contabile le piccole imprese e le grandi pagano tasse e contributi mentre i dipendenti pubblici assorbono tasse e contributi perché con le tasse si pagano gli stipendi. Ecco perché la progressiva crescita del comparto pubblico comporta crescita del debito e del carico fiscale senza possibilità di inversione di tendenza. Cosa che è sotto gli occhi di tutti.
Ognuno comprende che la questione non è secondaria e le autorità dovrebbero capire che elemento primario è fare in modo che la porzione di economia e quindi le componenti del Pil che pagano tasse siano valorizzate, tutelate e difese a tutti i costi anche se, ovviamente, MAI si deve trascendere nell’ assistenza di alcuna maniera e misura.
Calcolando solo il Pil fuori dal recinto della pubblica amministrazione ci si accorgerebbe che la produzione di ricchezza che realmente fornisce gettito è molto modesta rispetto ai dati che oggi conosciamo e non solo in Italia; cioè la ricchezza reale dell’Occidente è molto più piccola di quanto non si dica e quindi i pericoli di effettiva implosione sono veramente grandi e, quel che più conta, sottovalutati se non disconosciuti. Cioè si sta camminando sul ghiaccio sottile senza saperlo e si dimentica di valorizzare le imprese…vere galline dalle uova d’oro, senza capire che quello è il vero punto di forza e non certo la finanza, la tecnologia, la spesa pubblica, le grandi opere, e tutte le amenità che conosciamo.
Quando se ne accorgeranno gli “economisti” di grido di questa svista galattica? Quando i politici apriranno gli occhi? E se si continua così financo ad appesantire le imprese di ogni sorta di costo quanto tempo abbiamo prima che tutto venga giù? E qualora accadesse che piano B abbiamo?
Purtroppo il piano B esiste ed è nella drastica e progressiva restrizione delle libertà al fine di non far esplodere lo scontento, e anche nella espansione del “vizio” (in senso lato) come valvola di sfogo alle insoddisfazioni, nell’asservimento delle imprese a norme di natura pubblicistica per costringerle a lavorare e produrre in condizioni progressivamente più illiberali, nell’accentramento delle produzioni nelle multinazionali per la realizzazione di beni e servizi a modello allevamento animale. Tutte cose già avviate e sotto gli occhi di tutti e che si sostiene vengano e verranno ulteriormente rafforzate…”per il nostro bene”.

Canio Trione

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