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Lenin, 2024,  100 anni!

In questo momento grottesco a dir poco della Storia d’Europa ufficialmente dominata e impersonata da servi e serve degli Stati Uniti e  del Regno Unito, allorché è diventato quasi quotidiano parlare di guerre e  di armamenti, mai di pace e di concordia concetti sconosciuti, bombe e carriarmati e spese enormi come se fossero argomenti di civile amministrazione: le prime pagine da sempre sono di certi personaggi e personagge, di certi ursuli e ursule, che al solo osservarne con un pizzico di attenzione i lineamenti, ci si avvede  chiaramente essere prede di manifeste patologie: qualcuna ha avuto un genitore così fedele e ligio al proprio credo politico che come sovente avviene, ha tradotto nel nome dato al rampollo neonato quello di un personaggio o di un fatto o di una realtà del suo mondo ideale, la Russia, e perciò odio cieco da parte del rampollo; qualcuna, corrosa ancora e accecata da sentimenti di rivalsa e di odio a seguito della ecatombe e disfatta dei suoi ideali bellicosi di potenza e dominazione, per mano della famigerata Russia, e perciò odio cieco;  qualche altro, un insignificante accolito convertito  dell’ISIS o di Al Quaeda, di sicuro addottrinato di Biden e dei suoi soldi, un manifesto affetto da turbe  mentali.

E in tale momento umiliante all’insegna dell’odio farneticante e criminale  tra il tanto altro di detti ursule e ursuli europei che si arrogano anche la facoltà incontestata di cancellare o ignorare ogni emanazione anche storica artistica culturale della Russia  quale una pestilenza o un morbo infetto, assistiamo al fatto, questo sì terroristico, che si è cercato di tenere da parte anche il nome di LENIN, del quale quest’anno ricorre il centenario della morte. Tali donnette e donnetti che parlano esclusivamente di bombe e di armi e di sanzioni e di perversioni, succubi e scendiletti coscienti di Biden & Co a danno grande dell’Europa possono mai essere in grado di solamente intuire non dico capire, la grandezza unica di LENIN, di questo titano che ha dato letteralmente la vita nel perseguimento dell’ideale della fratellanza ed uguaglianza, a favore soprattutto degli ultimi della società?  è vero, anche a costo di sangue e di rivoluzioni, a costo anche dell’annientamento totale del regime autocratico secolare e della posizione di assoluto privilegio parassitario dell’aristocrazia fondiaria,   riuscendo  a instaurare per la prima volta nella storia della umanità un esempio fattivo e concreto di uguaglianza e di fraternità  all’insegna della pace e del benessere comune e delle pari opportunità: Tamerlano, Alessandro Magno, Napoleone Bonaparte, si avvicinano a Lenin, non lo affiancano:  nessuno ha lottato per il bene della società,  nessuno di questi o di altri ha sparso anche sangue innocente per il benessere di tutti, soprattutto degli ultimi! Solo sconvolgimenti territoriali, solo imperialismo e colonialismo, LENIN invece anche lotte sanguinarie, è vero, ma per il conseguimento di obbiettivi che la umanità, pur prefiggendoseli da sempre, non è mai riuscita a conseguire o quantomeno assaporare:  l’utopia immaginata e sognata da poeti e filosofi nei secoli è stata realizzata dalla dottrina comunista!  ecco la parola visceralmente deprecata e riprovata, da Stati Uniti e Inghilterra, in concerto ora anche con i servi europei, il comunismo, il socialismo.

In questi tempi bui la sola forza in grado di far fronte anche agli USA sarebbe potuta essere l’Europa Unita, come nata e individuata nei Trattati di Roma, oggi invece i suoi reggitori, perfino il parlamento di Strasburgo, quasi tutti come drogati e offuscati,  ligi solo  a Biden e NATO,  al capitalismo  più feroce  e allo sfruttamento e precariato sindacale sempre più  oppressivi, la democrazia divenuta una ridicola parvenza. Le raccomandazioni di Davide Sassoli sotto i banchi!

La fortuna di tali bombaroli e bombarole è che la masse europee, specie gli studenti, ancora non hanno colto e compreso pienamente quanto incombe su di loro, il pericolo mortale rappresentato da questi personaggi. Il ricordo attento del pensiero profondo e articolato di LENIN,  del Demiurgo del Novecento come lo ha ricordato il quotidiano vaticano l’Avvenire (21.1.2024) nelle parole riconoscenti di una sua grande penna, potrà certamente aprire le porte.

©Michele Santulli

foto Marcello Veneziani

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