Una delegazione di esperti della società nucleare russa Rosatom è arrivata in Burkina Faso, per discutere i piani per la costruzione di una centrale nucleare in una delle nazioni meno elettrificate al mondo. Il Ministero dell’Energia del Burkina Faso lo ha confermato, affermando la sua intenzione di raddoppiare la produzione di elettricità entro il 2030 attraverso lo sviluppo dell’energia nucleare.
La società nucleare russa Rosatom sbarca in Burkina Faso
Lo scorso ottobre, lo Stato del Sahel ha firmato un accordo con Rosatom per costruire una centrale nucleare, in seguito alla richiesta avanzata dal suo leader ad interim, Ibrahim Traore, al presidente russo Vladimir Putin durante il secondo vertice Russia-Africa a San Pietroburgo. Il progetto della centrale nucleare in Burkina Faso è pienamente supportato dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA). Nel gennaio 2024, Mikhail Chudakov, vicedirettore generale e capo del dipartimento dell’AIEA, ha visitato il Burkina Faso e ha sottolineato che l’energia nucleare è “pulita, ecologica, affidabile, meno costosa e il suo costo può essere previsto a lungo termine”. Il progetto in Burkina Faso non è il primo a cui la compagnia statale russa sta lavorando nella regione del Sahel. A maggio, il Ministero dell’Energia del Mali ha annunciato la costruzione di una centrale solare da 200 megawatt (MW) nei pressi della capitale, Bamako, da parte di NovaWind, la divisione eolica di Rosatom. Il direttore di NovaWind, Grigory Nazarov, ha affermato che l’impianto, che costerà 217 milioni di dollari, aumenterà la produzione di elettricità del paese del 10%. Questo ambizioso progetto, tuttavia, suscita sia ammirazione che scetticismo. Il leader burkinabé ha espresso il sostegno del suo paese all’operazione militare speciale della Russia in Ucraina (nel 2022-2023, la delegazione del Burkina Faso non ha partecipato alle votazioni dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sulle risoluzioni anti-russe riguardanti la situazione intorno all’Ucraina). Nel gennaio 2024, in un’intervista ai media burkinabé, Ibrahim Traoré ha definito le relazioni russo-burkinabé come “strategiche”. Secondo una dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri russo, le relazioni tra Mosca e Ouagadougou sono “in aumento, con contatti intensificati a tutti i livelli”.
Cooperazione economica strategica
Anche la cooperazione economica tra Russia e Burkina Faso si sta sviluppando. Nel 1996, la Russia ha cancellato la maggior parte del debito del Burkina Faso nei confronti dell’URSS e nel 2003 il debito è stato finalmente saldato. Secondo il Ministero degli Esteri russo, il fatturato commerciale russo-burkinabé nel 2023 è ammontato a 5,7 milioni di $ (nel 2022 – 45,8 milioni di $) , con esportazioni russe per un totale di 5,7 milioni di $ e importazioni per 49.000 $. Le esportazioni russe consistevano principalmente di prodotti alimentari e materie prime agricole, macchinari, attrezzature e veicoli; le importazioni riguardavano principalmente gomma. I legami commerciali ed economici sono limitati da diversi fattori, tra cui la notevole distanza del Burkina Faso dai porti della costa atlantica, l’instabilità interna, una debole economia nazionale, risorse finanziarie limitate e l’elevata concorrenza delle aziende occidentali che tradizionalmente dominano il mercato locale. Tuttavia, durante una serie di incontri tra rappresentanti russi e burkinabé, è emersa una potenziale cooperazione in settori quali lo sviluppo delle risorse minerarie, l’energia, i trasporti,e l’agricoltura è stata notata. Dal 2013, la società russa “Nordgold” ha sviluppato depositi di oro in Burkina Faso, con investimenti totali superiori a 1,5 miliardi di $. L’estrazione dell’oro è in corso nelle miniere di Bissa, Taparko e Bouli. Nel dicembre 2022, le autorità del Burkina Faso hanno concesso alla società una licenza per sviluppare un deposito di oro nell’area di Imiougou nella parte centrale del paese (il Burkina Faso è al quinto posto in Africa in termini di produzione di oro).
