Martedì, il Parlamento libico orientale ha annunciato unilateralmente la fine del mandato del governo provvisorio di unità nazionale (GNU), guidato da Abdulhamid al-Dbeibah, dichiarando il suo rivale, il Governo di Stabilità Nazionale, guidato da Osama Hammad, come unico governo “legittimo” nel paese fino a quando non verrà scelto un nuovo governo “unificato”. Una mossa che potrebbe alimentare ulteriori tensioni nella lotta per il potere nel paese nordafricano. Difatti, il riemergere di spargimenti di sangue e lotte di potere in Libia fanno temere un’escalation più ampia, che potrebbe infliggere un colpo fatale alla transizione politica mediata dall’ONU e spingere il paese dilaniato dalla guerra ancora più in profondità nel caos.
Libia: si sta nuovamente scatenando il conflitto
La Libia rimane, quindi, divisa tra un governo riconosciuto dall’ONU con sede nella capitale Tripoli e un’amministrazione rivale a est, sostenuta dal potente militare Khalifa Haftar. Domenica un gruppo di uomini ha attaccato la sede centrale della Banca centrale libica a Tripoli nel tentativo di estrometterne il governatore. Il Parlamento della città orientale di Tobruk ha dichiarato che il governo di Tripoli era “illegittimo”, pertanto la decisione significa che il Parlamento ha rimosso il ruolo di alto comandante dell’esercito dal Consiglio presidenziale. Ha anche annunciato di aver accettato un promemoria presentato da 50 legislatori per ripristinare la dichiarazione costituzionale del 2011. Il governo di Tripoli ha affermato che, le mosse del parlamento “non hanno cambiato affatto la realtà” e sono state motivate dal desiderio dell’amministrazione orientale di estendere il proprio potere “per il periodo più lungo possibile”. Tra aprile 2019 e giugno 2020, le forze allineate con Haftar hanno tentato di impadronirsi di Tripoli, ma hanno fallito dopo sanguinose battaglie. Dopo un cessate il fuoco, l’accordo mediato dalle Nazioni Unite firmato a Ginevra ha cercato di stabilire istituzioni provvisorie mentre venivano pianificate elezioni parlamentari e presidenziali. Inizialmente programmato per dicembre 2021, il voto è stato posticipato a tempo indeterminato a causa di disaccordi sul suo quadro giuridico. Le tensioni sono state recentemente aggravate dai timori di nuovi combattimenti, dopo che i resoconti degli analisti hanno affermato che le truppe provenienti dall’est si stavano spostando verso la Libia sudoccidentale, una regione sotto il controllo del governo di Tripoli, scatenando l’allarme internazionale. L’esercito guidato da Saddam Haftar, il figlio più giovane del maresciallo, ha affermato che mirava solo a “mettere in sicurezza i confini meridionali del paese e migliorare la stabilità” nelle aree che già controlla.