Principale Arte, Cultura & Società Eventi e grandi numeri, è Giovinazzo la Regina dell’Estate Pugliese 2024

Eventi e grandi numeri, è Giovinazzo la Regina dell’Estate Pugliese 2024

Abbiamo aspettato. E abbiamo fatto bene a ritardare un nostro pezzo più o meno conclusivo sulla forse più lunga delle tante “Estati…” festeggiate in Puglia anche per la gioia dei turisti che, sempre più numerosi, vi arrivano da ogni dove per le vacanze.

Scommessa vinta, perciò, quando non abbiamo dato così per scontato che la marea di persone che – appena l’altro ieri-  hanno riempito la stupenda piazza centrale di Giovinazzo per l’ormai “sold out” dappertutto “Summer Tour 2024” di Paolo Belli (e della sua “Big Band“) potesse davvero considerarsi l’evento clou e conclusivo della nota “Festa della Madonna di Corsignano”; ovvero l’appendice tutta locale e prolungata di un Ferragosto visto  anche come data convenzionale del picco degli eventi estivi di praticamente quasi tutte le località turistiche. Un successo sotto ogni profilo, né poteva essere diversamente con un big della canzone come lui, eccoci allora a ieri sera e allo spettacolo straordinario di un pubblico che ha gremito non solo gli ampissimi spazi del cosiddetto “anfiteatro” ma, arrampicato e seduto persino sui tetrapodi frangiflutti, arrivava fino ai bordi estremi del Lungomare di Levante.

E dunque ancora migliaia di persone, e quasi un grande schermo tv per chi stava molto dietro, è stato infatti proiettato quel “Pattini e Acciaio” che, in contemporanea con la consegna degli ambiti premi del BIF&ST 2024 al Petruzzelli di Bari – alla sua XV e forse ultima edizione, quantomeno a guida del grande Felice Laudadio – avevamo già visto nel Teatro Piccinni, pieno come alle sue migliori prime, in anteprima mondiale per la sezione ItaliaFilmFest/Doc.(v. Corriere Pl.it e testate collegate del  23 marzo u.s.). Personaggi reali, interviste e spezzoni di programmi televisivi non solo italiani così ben amalgamati tra loro da rendere questo biopic avvincente come una pellicola normale, un docufilm diverso dagli altri, questo: anche un “amarcord” della Città delle famose (e fallite) Acciaierie e Ferriere Pugliesi e della sua squadra che con il nome di AFP Giovinazzo scalò le vette del Mondo, un copione ben riuscito dunque questo imperniato sulla storia vera dell’allora maggior protagonista sul campo di quell’impresa, Pino Marzella… e che, per di più, ha dato origine a un film che alla fine non si arrotola e conclude su stesso, ma anzi parla di un sogno ora nelle mani di quel «Maradona dell’Hockey» che adesso si è trasformato in “mister” cercando di ricalcare le orme di quel tecnico impareggiabile come si rivelò Gianni Massari, il mentore e maestro che guidò lui e i suoi compagni alla gloria e portò, così, alla ribalta mondiale anche la “perla del nord barese”.

Insomma un’operazione riuscitissima, questo “Pattini e Acciaio”, che non solo parla di sport ma anche dell’amore per il Cinema e per la città dei suoi ricordi sin dall’infanzia, Giovinazzo, dove il padre Giuseppe (che qui era nato) tornava regolarmente con la regista Rossella De Venuto, ma poi così innamorata di questo posto da ispirarle anche un premiatissimo film precedente a questo “ControraHouse of Shadows“ (2018 sempre per la INTERLINEA FILM di Maurizio Antonini, tra l’altro il produttore, e sempre in Puglia, dello straordinario “Padre Pio” di Abel Ferrara appena uscito nelle sale a luglio). E dunque un papà giovinazzese doc come ispiratore della De Venuto, né più né meno quanto si è pure verificato  con il regista e attore italo americano John Turturro, e ora cittadino onorario di qui, che non solo dedicò a suo padre Nicola il suo film cult “Mac“ (1992) ma  a cui è bastato solo sapere – purtroppo – di un vago legame con Giovinazzo del Guglielmo di Baskerville di Umberto Eco (ma in realtà storicamente esistito come William of Alnwick e Vescovo di Giovinazzo dal 1330 al 1333) da rifare praticamente un remake a puntate del celeberrimo “ Il nome della rosa “ di Jean-Jacques Annaud, anziché guadagnare la fama mondiale a sé, e alla città di suo padre, narrando le vicende storiche e ancor più tormentate di quelle romanzate del personaggio che ispirò Eco.

Un’incursione nel mondo del cinema, la nostra, approfittando di questa chiusura alla grande della festa patronale, impossibile non citare almeno, oltre quelli della De Venuto, i principali set ospitati qui come quelli di Saverio Di Biagio e di Sebastiano Rizzo o, parlando invece di famosi registi pugliesi, come quelli di Pippo Mezzapesa, praticamente di casa, o di Sergio Rubini, più volte qui, e persino con l’indimenticabile papà Alberto. D’altronde impossibile non parlare di cinema anche come veicolo d’eccellenza per la promozione della bellezza dei luoghi, peraltro già più che ampiamente conosciuti per i tanti spot pubblicitari girati qui o per la vetrina ormai fissa del porto antico come location dei seguitissimi eventi musicali “Road to Battitie ‘“Porto Rubino”. Davvero troppi gli eventi in calendario «per tutti i gusti» dell’Estate Giovinazzese di quest’anno da poterli citare, diciamo che c’è quanto basta e avanza per poter definire Giovinazzo, la Regina dell’Estate 2024 quantomeno della Puglia.

Avendo già parlato almeno del  Panino della Nonna da oltre 20 mila visitatori ogni anno, ci fermiamo perciò qui con solo una piccola riflessione circa una manifestazione simbolo per il suo alto potenziale di promozione culturale anche cittadina: il Corteo Storico, il forse più antico di Puglia, ma che, per quanto un flash meglio organizzato stavolta, ha continuato a rivelare a nostro avviso una sua sostanziale debolezza d’impianto e di idee che impedisce anche alla stessa  Giovinazzo di volare alto come potrebbe, magari pensando a una collegata “tregiorni” , come quella recente di Conversano, su un medioevo che peraltro vedeva questa città sicuramente importante in quella la “Terra di Bari” che fu ombelico del Mondo.

Ma ora fermiamoci qui con la sensazione piacevole, rimasta ancora nelle narici, dell’odore del mare mentre abbiamo rivisto, come parecchi come noi tra la folla, un bellissimo film che parla di Sud e di un futuro possibile per Giovinazzo non solo per lo sport o come una regina dell’estate, ma come una meta perfetta per un turismo destagionalizzato e di altissimo livello per tutto quello che ha, ma è purtroppo ancora parzialmente misconosciuto persino ai suoi stessi cittadini. Stiamo infatti parlando di un così inarrivabile scrigno di tesori della storia e dell’arte, dalla preistoria al medioevo fino ai tempi più recenti – basti solo pensare ai 2 capolavori di Giovinazzo sui dieci della Puglia portati in mostra da Vittorio Sgarbi all’Esposizione Universale di Milano del 2015 – da dover finalmente capire tutti che è tutt’altro che un’utopia irrealizzabile poter ambire a divenire un sito Unesco anche come punta sul mare del “triangolo d’oro dell’olio più buono del mondo” insieme alle contigue Bitonto e Terlizzi. E non siamo certo solo noi a sostenerlo, ma se è persino un intellettuale di assoluto calibro internazionale come Pierfranco Bruni a ritenerla un’impresa possibile, cosa aspettare ancora a mobilitarci come ha fatto la tenace Pina Catino per il suo “Dolmen della Chianca” di Bisceglie?

Enrico Tedeschi

LASCIA UNA RISPOSTA

Inserisci il tuo commento, grazie!
Inserisci il tuo nome qui, grazie

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.