Principale Ambiente, Natura & Salute Sara’ un autunno caldo?

Sara’ un autunno caldo?

Sono passati decenni da quando si viveva la Milano “da bere”

Oggi anno domini 2024 troviamo un Paese chino su se stesso, con il debito pubblico secondo solo a quello della Grecia in Europa, con più della metà delle sue grandi imprese passate in proprietà straniera, compresa  la grande tradizione dell’Automotive è venuta meno, con la trasformazione in Stellantis del Gruppo Fiat e buona parte dell’indotto ormai distrutto.

Un Paese cin la Capitale che assomiglia più alla “cloaca maxima” che ad una moderna città europea, quel poco del lustro post-bellico del boom economico ormai sbiadito nell’incapacità di gestire i rifiuti ed i cinghiali, rappresentato da una “democrazia” incapace di esprimere un Capo dello Stato che non sia un “ripetente” nella persona del buon Mattarella, succeduto a se stesso.

Un Paese che vive delle sovvenzioni europee, di quell’Europa vituperata da gran parte della popolazione perché additata dalla classe politica irresponsabile quale causa di tutte le problematiche interne. Un Paese con una legislazione (soprattutto per il comparto produttivo) assolutamente insostenibile per la proliferazione mucillaginosa dei diritti, saprofaga dei doveri.

Un Paese con il “sostegno”: dal tutoraggio americano, alle potenze arabe, dal gruppo Bloomberg alle banche tedesche, con una vergognosa perdita di identità, funzionale alla giustificazione di una immigrazione dai Paesi del Sud del Mondo (e qualcuno pure da Est), mentre i giovani devono emigrare per trovare condizioni di vita e lavoro più consone alle loro ambizioni e capacità.

Cancro inestirpabile del nostro sistema economico, la tassazione viene vissuta alla stregua delle gabelle medievali: una odiosa imposizione del feudatario di turno. Il Cittadino non riesce più a motivarsi per l’esproprio statale del proprio reddito, non ne vede i risultati, con un sistema sanitario in decomposizione e quello giudiziario forcaiolo, con uomini sempre meno giusti e più di parte, lento e involuto.

L’evasione fiscale quale parametro del PIL; eppure sarebbe molto più semplice equiparare le aliquote fra dipendenti e non, riducendole sino ad essere accettabili; l’orrido sistema per cui per, compensare la mancanza delle quote di chi evade, si aumentano quelle di chi paga è arcaico ed incostituzionale: pagare meno per pagare tutti.

Per l’Italia l’estate è finita da un pezzo, da quando la Politica ha cessato di essere tale ed è divenuta uno squallido melodramma, interpretato da macchiettisti di ogni colore, senza una visione strategica e prospettica per il Paese, personaggi squallidi che si ammantano di autoreferenzialità, il cui fine è arricchirsi, a scapito della Comunità.

Il Draghi-pensiero, il paradosso del debito-buono e debito-cattivo sottende una realtà ben diversa: se c’è qualcuno che contrae un debito, c’è qualcun altro che quel debito lo supporta (cioè lo finanzia) ed ha tutto l’interesse a che il debitore non fallisca. Abbiamo retto alla finanza creativa, potremmo reggere alla finanza induttiva, semprechè si lascino lavorare i moltiplicatori di reddito, cioè le imprese. Di fatto lo Stato eroga (o dovrebbe erogare) servizi che hanno costi enormi e dovrebbero essere pagati attraverso la riscossione delle entrate, ma perché ci siano entrate è necessario liberare le imprese dai lacci e lacciuoli che le tengono frenate, creare davvero un campo aperto alla libera concorrenza, che – attualmente – non esiste se le imprese italiane delocalizzano (a causa dei costi troppo alti della manodopera) in altri Paesi con tassazione più bassa: la soluzione è una forte detassazione, anche per limitare gli spechi della politica.

Albert Camus nel suo saggio L’uomo in rivolta scriveva: «La vera passione del ventesimo secolo è la servitù» è opportuno chiedersi se siamo sicuri di non volere sia anche quella del nostro secolo oppure se sia necessario munirsi di quegli Eroi che la quotidianità ci offre per le cose della vita, ma non per la Politica, perché per ricostruire ci vuole più coraggio che partire dal nulla.

Rocco Suma

LASCIA UNA RISPOSTA

Inserisci il tuo commento, grazie!
Inserisci il tuo nome qui, grazie

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.