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Una visione strategica per Taranto

di Alfredo Cervellera
Lo scippo di nave Garibaldi non riguarda una “garbata polemica” tra Taranto e Genova, ma una visione politica e militare tra due città marinare, il rapporto tra Nord e Sud, riguarda sicuramente il futuro di Taranto nei prossimi 20 anni.
Ho conosciuto l’Ammiraglio Binelli Mantelli nel 2008 quando da Sottocapo di Stato Maggiore della Marina, mi ricevette a Roma, come Vice Sindaco di Taranto, con l’Assessore Regionale al Turismo, on. Massimo Ostillio, per il recupero del Veneto nell’ambito di un progetto strategico comunale di Area Vasta Tarantina per utilizzo ai fini turistici dell’ex Area Torpediniere con un sommergibile dismesso, un’area museale del mare ed un Acquario simile a quello di Genova.
Posso confermare l’appoggio che ci diede e l’amore che ha sempre avuto per Taranto, ma non condivido le conclusioni del suo intervento apparso sulla Gazzetta del Mezzogiorno. Allora quel progetto non si realizzò perché il Rina (il Registro Navale) pretese che la nave per essere trasformata in museo galleggiante fosse bonificata completamente dall’amianto.
Nessuno si volle assumere l’onere pesante di quel costo! Il Comune era in dissesto e la Marina si voleva disfare della nave, come un corpo di reato, a tutti i costi. Solo la Regione di Vendola mise 10 milioni di euro per quel progetto, ma erano insufficienti e non se ne fece più niente!
Ora a 16 anni da allora la situazione è completamente diversa: la Regione con Asset ha presentato ben 5 anni fa un nuovo interessante progetto, per cui Governo, Marina Militare e Comune ne devono tenere conto!
Taranto ha sacrificato tutto nell’interesse dello Stato ed oggi è diventata una città di pensionati arsenalotti, marinai ed italsiderini, con un territorio devastato dall’inquinamento e dai tumori, senza alcuna prospettiva di futuro per i giovani.
Infatti, 140 anni fa la Marina per costruire l’Arsenale ha occupato prima quasi tutto Mar Piccolo e poi per la Base Navale anche Mar Grande, stringendo la città in una morsa urbanistica; l’area dell’ex Stazione Torpediniere è stata restituita dalla Marina all’Autorità Portuale con 40 anni di ritardo, facendosi pagare dai tarantini un prezzo per costruire ulteriori moli per le sue navi; 30 anni fa l’Ilva di Genova si è liberata dall’area a caldo facendo gravare su Taranto e i suoi abitanti tutti i problemi di una fabbrica maledetta che già allora doveva essere chiusa; l’Arsenale che doveva essere rilanciato è invece quasi chiuso. Ma Fincantieri, che ne sfrutta il sito per le sue lavorazioni, con il suo Centro Studi Bono, che fa: preferisce Genova a Taranto per il Garibaldi?

Ma allora che significato è dire che Taranto è la Capitale della Marina e dell’Acciaio quando ne ricava solo problemi da queste presenze sul territorio?

Su questo dovrebbero riflettere il Governo, la Marina Militare e la Fincantieri.
La Regione Puglia col progetto di Asset offre un alternativa valida a Taranto: quella del turismo culturale basandosi sul suo legame indissolubile con la Marina Militare.
La nostra città si trova al centro del Mediterraneo e con le giuste attrattive potrebbe diventare meta di un turismo di massa con la Nave-museo Garibaldi, il Castello Aragonese, la Mostra Storica dell’Arsenale, un’area attrezzata con un sommergibile dentro l’ex Stazione Torpediniere.
A questo aggiungo un’altra richiesta al Ministro della Difesa Crosetto: mentre Genova e La Spezia hanno il Polo delle costruzioni navali militari, perché la Marina Militare non concentra su Taranto il Polo Logistico delle manutenzioni navali, anche affidandolo a Fincantieri.
Così avrebbe nuova vita l’Arsenale e l’Industria dell’indotto navale locale!
Alfredo Cervellera

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