Il libro comincia con un prologo che parte dalla fine del racconto.
L’autore s’imbatte in corteo funebre dove riconosce tra le persone in fila un compagno di università.
Un po’ per curiosità, un po’per amicizia s’accoda al corteo e riesce a sapere che il morto, anzi la morta è la Contessa di Prato.
L’amico in chiesa riconosce l’autore, che si trovava con altri due amici di università, li raggiunge e parlano della morta.
Dalla conversazione tra i quattro amici, emerge il fatto che la Contessa di Prato era morta d’amore per Pietro Brusio, un altro loro compagno d’università.
Ovvio lo stupore dei tre amici. difatti risultò difficile comprendere come tra due persone di tal genere (il loro amico un giovane studente di buona famiglia, ma nulla di più e Lei appartenente all’inaccessibile mondo dell’aristocrazia siciliana) avesse potuto sbocciare un amore tanto impetuoso da portare alla morte la contessa del Prato.
Tre mesi dopo l’autore incontrò nuovamente l’amico e tornando sull’argomento ottiene che l’amico lo metta al corrente di tutti i dettagli della storia a condizione che, se mai un giorno avesse pubblicato questa storia d’amore, fosse sotto forma di romanzo e rendendo non riconoscibili i singoli personaggi.
Un ottimo espediente letterario che stimola la narrazione. Come avrete imparato nella soffitta si legge e non si recensisce tutta la storia del libro che ve lo si presenta nella sua veste online
Non c’è altro in rete