Nel poderoso volume “Archeologia preventiva in Basilicata”, pubblicato dall’Università degli studi della Basilicata, Osanna Edizioni, a cura di Sabrina Mutino, le ricerche e i ritrovamenti archeologici sulla Via Appia nei tratti lucani di Palazzo San Gervasio, Banzi e Genzano di Lucania.
In 422 pagine testi interessanti, mappe, tratti glareati/acciottolati dell’Appia, immagini di reperti archeologici, ricostruzioni grafiche di corredi funerari.
Insomma, una messe di dati e di reperti archeologici che hanno arricchito il patrimonio culturale dei territori interessati.
La pubblicazione ricevuta in omaggio dal Cav. dott. Mario Saluzzi, di cui ringrazio molto, consigliere comunale, già conservatore della Fondazione Camillo d’Errico di Palazzo San Gervasio (Potenza) e coordinatore del progetto Via Appia Antica con i due ponti romani, le tracce di un acquedotto di epoca imperiale, una necropoli e una villa romana nel suo territorio, prontamente segnalati alla Soprintendenza per vincolarli, fa capire come questa procedura abbia favorito l’inclusione dei predetti territori nel progetto della Via Appia, Regina Viarum, patrimonio Unesco.
I contributi offerti dai numerosi autori in detto volume tra ricerche, mappatura e catalogazione dei reperti archeologici, dimostrano il grande lavoro di squadra che è stato fatto.
La premessa dell’arch. Francesco Canestrini Segretario regionale MiC per la Basilicata; l’introduzione di Sabrina Mutino Funzionaria archeologa SABAP Basilicata; la testimonianza e la fattiva collaborazione della Cobar Spa di Altamura, società operante nel restauro e manutenzione di beni mobili ed immobili monumentali; della SNAM, società che costruisce e gestisce infrastrutture del gas naturale, che ha collaborato con i migliori specialisti del settore a far riaffiorare reperti di grande valore e renderli fruibili alla comunità; e l’entusiasta sindaco Michele Mastro di Palazzo San Gervasio che ha riconosciuto l’instancabile contributo del suo concittadino M. Saluzzi, sono le prove del grande lavoro di tessitura per far confluire tutte le relazioni nel progetto pilota di candidatura dei territori in parola presso il Ministero della Cultura “Appia Regina Viarum”.
Fatte queste premesse, bisogna dare atto che tutti i “player” in questo fascinoso progetto sono stati animati da un unico obiettivo; la loro compattezza è stata determinante per evitare sfilacciamenti durante il lavoro di squadra.
Da loro dipendeva la valutazione e il buon esito della candidatura dei territori nella “Heritage highway”; cosa che è avvenuta, come auspicato.
Ora, facendo una riflessione sulle città che sono state escluse dal progetto “Appia Regina Viarum”: Altamura, Santeramo in Colle, Matera, Laterza, Castellaneta come da mio articolo pubblicato su questa testata giornalistica il 21 agosto 2024, è evidente che è mancato un coordinamento; i responsabili di questi territori non hanno fatto rete.
Ognuno ha presentato una propria relazione ritenendo che fosse esaustiva. Inoltre, anche i reperti e i siti archeologici dovevano essere ricontrollati se fossero vincolati presso la Soprintendenza ai beni archeologici.
Fortunatamente, a seguito della lamentela congiunta dei cinque Comuni esclusi inviata al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, questo ha replicato nei giorni scorsi al sindaco di Altamura prof. Vitantonio Petronella, che ha dato disposizioni presso il suo Dicastero di rivedere i carteggi presentati per riesaminare il dossier con l’integrazione dei documenti mancanti.