Le mura megalitiche risalenti al IV-V secolo a.C. presenti ad Altamura rischiano di essere distrutte definitivamente per l’incuria delle istituzioni e per l’indolenza di ragazzini che amano giocare a pallone sul posto; lungo il perimetro di quelle antichissime strutture il tappeto verde è un invito attraente per ogni tipo di gioco.
L’identità territoriale a rischio; se le Mura megalitiche di Altamura sono vincolate al patrimonio presso la Soprintendenza, è giusto chiedere un suo intervento.
Un tratto delle mura megalitiche, recuperato nel 1984-85 a cura dell’ex impresa F.lli Tommaso e Pasquale Marroccoli, parte da viale Regina Margherita si aggancia a quello di fronte allo stadio D’Angelo e superato l’incrocio di Via Bari prosegue fino a Porta Alba, al semaforo incrocio con via Cassano Vecchia.
Il degrado in corso riguarda i due segmenti da Viale Regina Margherita allo stadio D’Angelo. Qui i ragazzini la fanno da padroni giocando a pallone; pietre di grosso spessore fatte cadere con noncuranza e non rimeses al loro posto; in molti punti le pietre sono scivolate a terra per il continuo e incontrollato transito di persone da sopra l’area sopraelevata.
Grida di condanna si levano al cielo per un bene di inestimabile valore storico non tutelato da nessun ente istituzionale.
Inoltre, l’abbandono di rifiuti è un altro capitolo che va affrontato con determinazione. Il bivacco serale di famiglie, di giovani che abbandonano rifiuti d’ogni genere su quel tappeto verde è un insulto alla civiltà: bottiglie di birra, lattine di bevande, cartoni di pizza, e padroni di cani che fanno fare i loro bisogni noncuranti che possono essere responsabili di infezioni verso bambini in tenera età.
Come educare questa gente? Quale rimedio adottare?
Proponiamo l’impiego di pattuglie di volontari che fanno parte delle associazioni della Guardia di Finanza, dei Carabinieri, della Polizia di Stato che hanno delle esperienze pregresse.
Il Comune potrebbe stipulare una convenzione con loro. Ci sono due strutture abbandonate, recuperate con fondi del P.O.R. 2000-2006, nei tratti in questione che potrebbero essere utilizzate dai volontari come presidio per la loro presenza. Anche in questo caso è un insulto al buon senso. Strutture recuperate al bene pubblico con fondi regionali e mai impiegate; allora perché chiedere fondi pubblici?
Inoltre, qual è la funzione della Soprintendenza? Perché non interviene? Se è il primo ente a tutelare e salvaguardare beni così preziosi da tramandare alle future generazioni, questo deve intervenire con forza presso il Comune per promuovere un progetto.
Invece tutto tace. In passato sono state concesse delle autorizzazioni ai giostrai di allestire le loro attrezzature proprio sulle mura megalitiche attirando migliaia di persone, con conseguenze immaginabili.
Oggi fortunatamente non vengono più concessi detti permessi. Ma chi lo ha fatto in passato, ha abusato del suo potere.
Nonostante tutto manca il controllo da parte della Polizia locale che dovrebbe avere un occhio particolare con un pattugliamento mirato tutti i giorni e ad ogni ora che deve servire da deterrente per tutti i cittadini ad avere rispetto di questo bene che da oltre 2.500 anni è arrivato al godimento dei nostri occhi.
Attraverso queste colonne facciamo appello al sindaco prof. Vitantonio Petronella e alla Soprintendenza ai beni culturali affinché si provveda con un progetto di salvaguardia e tutela delle Mura megalitiche, studiando nel contempo un altro progetto per continuare il recupero dell’ultimo tratto dall’incrocio di via Cassano vecchia a via Santeramo. Quest’ultimo tratto si erge con tutta la sua maestosità.
Delle immagini a corredo di questo servizio sono una prova dell’abbandono e del degrado.