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I docenti idonei al concorso chiedono l’istituzione di una graduatoria ad esaurimento per il concorso ordinario PNRR 2576. Infanzia Primaria 2023

Riceviamo e pubblichiamo per una buona scuola in Italia

Con la presente intendiamo portare alla Vostra attenzione l’ingiusta situazione in cui si trovano i docenti idonei al Concorso ordinario PNRR 2576 Infanzia Primaria 2023.

Abbiamo sostenuto e superato un concorso dove per la prima volta noi idonei non abbiamo avuto neanche la trasparenza di conoscere la propria posizione in un elenco idonei, in mano ad un algoritmo che ci ha definiti “non graduati”, un concorso impegnativo, investendo tempo, risorse ed energie, con la speranza di ottenere un posto stabile nella scuola italiana.

Il nostro gruppo Telegram “Gruppo Nazionale Idonei Concorso Infanzia Primaria 2023”, composto da più di 6.100 membri, insieme ad altri sottogruppi regionali, testimonia il crescente numero di docenti idonei che continua a rimanere precario.

Rispondo subito all’opinione più comune mossa contro di noi, ossia che noi sapevamo che il concorso non prevedesse una graduatoria ad esaurimento. È vero, lo sapevamo, ma non avevamo la forza e la posizione che solo dopo un concorso si viene a costituire per contestare legittimamente un concorso ingiusto, ma sapevamo anche che i precedenti concorsi, nati con le stesse caratteristiche del nostro riguardo alla graduatoria, avessero ottenuto, grazie una mobilitazione e grazie ad un iter legislativo, la costituzione di una graduatoria ad esaurimento.

Quindi, avendo questo precedente bene in mente, legittimamente abbiamo affrontato un concorso ordinario, che non è meno ordinario di quelli precedenti, e senza che dovessimo chiedere il permesso agli idonei di concorsi precedenti, ci siamo ritrovati qui a chiedere di essere democraticamente ascoltati da chi ci rappresenta istituzionalmente, e da chi ha il compito di farlo adeguatamente.

Questo concorso ordinario, finanziato dal PNRR, ha messo alla prova insegnanti con anni di esperienza e specializzazioni. Tradizionalmente, i concorsi scolastici prevedono la creazione di graduatorie di merito quantomeno a scorrimento fino a successivo concorso o ad esaurimento, come avvenuto nei concorsi del 2012, 2016 e 2020.

È importante ricordare che nel 2018 si è svolto un concorso straordinario non selettivo, che ha creato una graduatoria ad esaurimento per titoli. Inoltre ci sono ancora le GAE, composta da colleghi senza alcun concorso, dalle quali si assume per il 50% dei posti ogni anno.

L’altro punto fondamentale che critichiamo è l’espletamento di un nuovo concorso che dovrebbe aversi ad autunno quando ancora non è terminato il primo concorso PNRR. Lo contestiamo perché all’interno di un periodo così stretto di tempo la platea che si sottoporrebbe a nuova valutazione sarebbe pressoché la stessa, come dire valutiamo gli stessi 372.000 candidati due volte (primo e secondo grado), che comporterebbe una spesa folle dello Stato e con uno sforzo inutile e ridondante dei candidati, quando sarebbe più sensato attingere dalle graduatorie che sono in via di definizione, come dire “fresche fresche”.

D’altra parte, siamo docenti, educhiamo alla cittadinanza e ai valori costituzionali, non ci permetteremmo mai di ostacolare la possibilità a nuovi abilitati di accedere legittimamente ad un nuovo concorso, anche se alcuni della nostra strana categoria, in passato, hanno proposto questo contro di noi.

Ma in un lasso di tempo così breve si chiederebbe di rifare un concorso a 372.000 persone per il diritto di una manciata di nuovi abilitati, a meno che non ritenessimo opportuno fare un concorso a seguito di ogni nuova sessione di laurea SFP o a seguito di ogni sessione di TFA.

La prospettiva di ulteriori due nuovi concorsi, di cui uno previsto per l’autunno 2024, è incomprensibile, considerando che abbiamo già superato lo stesso concorso, dimostrando di possedere le conoscenze e le competenze necessarie.

Il punto è che non ha senso selezionare 1 candidato su 60 se gli altri 59 già lavorano nella scuola e come tali hanno comunque diritto ad un contratto a tempo indeterminato.

Non si può continuare ad abusare dei contratti a tempo determinato, questo diritto viene prima dell’esigenza di uno Stato di selezionare il proprio personale.

La maggior parte di noi lavora già nella scuola come supplenti, rispondendo alle esigenze quotidiane del sistema scolastico. Questo dimostra chiaramente la nostra adeguatezza nel coprire le carenze di personale.

Pertanto, riteniamo giusto e meritato essere inseriti in una graduatoria di merito ad esaurimento perché insegnanti lo siamo già e abbiamo superato un concorso ordinario.

L’istituzione di una graduatoria di merito ad esaurimento rappresenterebbe una soluzione più efficiente e vantaggiosa per tutti. Permetterebbe di immettere in ruolo i docenti già preparati e selezionati, rispondendo tempestivamente alle esigenze delle scuole e garantendo continuità didattica agli studenti.

È importante sottolineare che in diverse regioni come la Puglia, le GAE sono quasi esaurite, le GM concorsi 2016 e 2018 sono esaurite, gran parte della GM 2020 è esaurita, evidenziando ulteriormente la necessità di una soluzione immediata. Riteniamo che l’istituzione di una graduatoria ad esaurimento non solo riconoscerebbe il merito di tutti gli idonei, ma garantirebbe anche una maggiore equità e trasparenza nel processo di selezione. La nostra preparazione e il nostro impegno meritano di essere riconosciuti come è stato fatto per i concorsi passati. Auspichiamo nel Vostro sostegno affinché si faccia portavoce delle nostre istanze e confidiamo in chi ha la responsabilità di prendere decisioni importanti nel mondo scolastico che possa comprendere ed accogliere la nostra richiesta:

Una graduatoria ad esaurimento anche per noi idonei del primo concorso ordinario PNRR infanzia e primaria 2023.

Cordialmente, Le amministratrici, amministratori e i membri del Gruppo Nazionale “Idonei concorso ordinario 2576 PNRR 2023 infanzia primaria”.

https://t.me/IdoneiConcorso2023

 

“La storia siamo noi
Siamo noi queste onde nel mare
Questo rumore che rompe il silenzio
Questo silenzio così duro da raccontare”

(F. De Gregori, La Storia)

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