Principale Politica Autonomie locali In onore di Franco Semeraro

In onore di Franco Semeraro

di Giovanni Battafarano

Franco Semeraro è stato un leader popolare, generoso,cordiale, sempre con il sorriso sulle labbra, anche nel momento dello scontro politico.

La sua scomparsa ci riempie di dolore.

Dall’esperienza in fabbrica come capo reparto Italsider, Franco aveva maturato un forte rapporto con la classe operaia e in generale con i lavoratori.

Io lo conobbi nel 1975 in occasione della campagna elettorale del Comune di Taranto. Eravamo tra i più giovani della lista.

Franco fu eletto con ampi suffragi e fu rieletto nel 1980 e nel 1985. Nel 1990 lasciò di sua iniziativa per dare spazio ad altri giovani dirigenti della borgata emersi in quegli anni.
Durante gli anni della Giunta di sinistra, Franco è stato per due volte assessore ai Servizi sociali con il sindaco Cannata e con il sottoscritto.

Fu la stagione di un profondo rinnovamento delle politiche sociali comunali, quando, con
Giacomo Bonifazi e Franco Semeraro e con il pieno sostegno del Sindaco, l’assessorato all’Assistenza e beneficenza divenne assessorato ai Servizi sociali, Casa e Lavoro.

In pratica le principali emergenze sociali gravavano sull’assessore e i suoi valenti collaboratori e collaboratrici.

In quel periodo furono istituite le politiche per gli anziani (assistenza domiciliare, soggiorni di vacanza, centri di incontro); i consultori familiari e gli asili nido; i cantieri di lavoro per i giovani disoccupati e gli ex detenuti; le primeb case protette per i disagiati psichici, in applicazione dellab legge 180 Basaglia.

C’era allora una forte emergenza casa, cui l’Amministrazione comunale rispose con l’affitto di cento appartamenti BESTAT, l’acquisto delle case Scianatico a Porta Napoli e la costruzione di mille alloggi a Paolo VI, Tramontone e il recupero di 156 alloggi nella Città
vecchia.

Franco fu un protagonista di quella stagione.

Terminato l’impegno in Consiglio comunale, non si fermò la militanza politica anche perché Franco ha avuto un grandeamore, quello per la sua Talsano, che egli ha portato avanti da assessore e consigliere comunale e poi da segretario della sezione comunista e da attivo organizzatore delle Feste dell’Unità, sempre accompagnate da un’ampia partecipazione popolare e successivamente da presidente della Circoscrizione di Talsano.

In tale veste egli si alzava alle cinque del mattino per accogliere i netturbini che
cominciavano il turno.

Offriva loro il caffè e li accompagnava nel lavoro che perciò risultava più efficace.

Riparava personalmente le fontanine deteriorate e segnalava all’Ufficio Tecnico le buche lle strade o le lampadine  fulminate, che spesso sostituiva personalmente.

Un presidente di strada e non di scrivania.

Grazie al suo impegno pluridecennale, la borgata di Talsano è cresciuta, ha visto migliorare servizi e vivibilità, strutture sociali e insediamenti produttivi.

La presenza del Gonfalone del Comune, per la quale ringrazio il sindaco Rinaldo Melucci,
conferma questo suo generoso impegno.

La terza stagione dell’impegno sociale di Franco è legata alla fondazione dell’ Arci di Talsano, che Franco considerava la Casa del popolo, in omaggio alla cultura emiliana che egli apprezzava. Nell ’Arci, che ho frequentato spesso, ho visto un grande fervore di attività: dibattiti, presentazioni di libri, letture di poesie, balli e musica, corsi per amici del presepe, fotografia, viaggi in ogni parte d’Italia.

Ricordo tra l’altro, i falò di San Giuseppe nella zona PIP, con un’autentica allegria popolare. Ovunque Franco portava il suo entusiasmo e suscitava entusiasmo. Tante persone frequentavano l’Arci e le vedevo sorridenti, direi felici.

La sua figura e la sua opera sono state egregiamente raccontate da Sergio Pargoletti nel suo libro “ Il militante e la borgata”. Per tanti giovani Franco è stato una guida e un
padre politico.

Ora che ci ha lasciato, avvertiamo che si tratta di una grande perdita per la comunità talsanese e tarantina.

Per me è un grande dolore poiché abbiamo fatto un lungo tratto di cammino insieme. Cerco di vincere il dolore annunciando una iniziativa.

D’intesa con Alfredo Cervellera, oggi assente per impegni precedenti, lanceremo
nei prossimi giorni una petizione, con adesioni bypartisan, affinché la via principale della borgata che egli ha percorso tante volte in lungo e in largo, sia intitolata a Franco
Semeraro.

Non ci sfuggono norme e procedure, che cercheremo di affrontare con decisione per raggiungere l’obiettivo nei tempi possibili.

Alla moglie, ai figli, al fratello, Angela, Giovanni, Dino, Alessandro, Antonio, alle nuore e ai nipoti, il nostro forte e solidale abbraccio.

Ciao Franco, sarai sempre nei nostri cuori. Per quello che sei stato, per quello che hai fatto.

Giovanni Battafarano

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