Primo appuntamento ieri sera con la musica barocca del Festival Paisiello nello splendore della Cattedrale di San Cataldo
Giunto ormai alla sua XXIIesima edizione il Festival Paisiello, voluto e organizzato dall’Associazione tarantina degli Amici della Musica Arcangelo Speranza, non finisce mai di sorprenderci, sia sotto il profilo della qualità delle scelte musicali, sia sotto il profilo della qualità degli interpreti.
E le perle musicali di un passato forse a volte trascurato, riemergono dallo scrigno della cultura dell’700. Una cultura che vedeva Taranto fortemente legata al Regno di Napoli, ma capace di riscattare la propria identità culturale con personalità di grande rilievo in questo ambito.
Ieri sera, dunque, con il primo concerto di questa nuova edizione del Festival Paisiello abbiamo rivissuto l’atmosfera magica di un’opera a molti sconosciuta: il Faraone Sommerso, di Nicola Fago. Nostro concittadino, orgoglio del nostro passato musicale, che raggiunse una notevole fama proprio a Napoli, tanto da essere identificato come il Tarantino.
Il Faraone Sommerso
Che le scelte musicali dell’epoca fossero orientate verso musiche sacre, privilegiando temi biblici, è ben noto, ma ciò che differenzia questo oratorio di Fago dalle altre opere sullo stesso tema è la capacità espressiva di una musica che si fonde perfettamente con le quattro vocalità, riuscendo a dare spessore psicologico ai singoli personaggi.
Ramses, reso straordinariamente ieri sera da Giuseppe Naviglio, è l’uomo di potere, chiuso nelle sue ambizioni, ma che si sente tradito da Mosé. E’ un uomo, apparentemente duro, spietato, ma vittima anche di se stesso e della solitudine del suo ruolo.
Mosè, interpretato dal tenore catalano Joan Francesc Folqué è la fede, Sa di essere guida di un popolo oppresso e sfida i suoi limiti, le sue incertezze.
Ma anche gli altri personaggi ( Aronne interpretato da Vincenzo Franchini e Messo, interpretato da Valeria La Grotta) fungono da interlocutori validi che danno la possibilità ai due protagonisti di esprimersi nella loro dimensione umana.
Risulta evidente la complessità della composizione che necessita di esecutori esperti, in grado di fondere le proprie vocalità con una musica molto complessa e articolata, magistralmente vissuta e trasmessa ieri dalla Confraternita dei Musici, diretta con competenza e ardore dal Maestro Cosimo Prontera.
Un’ensemble, ben nota in Italia e all’estero, che ieri sera ha trasportato tutti nella magia e nelle suggestioni musicali del’700
Un plauso, dunque, agli organizzatori di questo evento che ci ha regalato nuove sensazioni ed emozioni, proiettandoci in una dimensione altra, così lontana da noi, ma ancora presente nella nostra identità culturale.
https://www.corrierenazionale.net/
Foto principale di Giovanni Paggiaro