Omero (gr. Ὅμηρος), diciamo che nella nostra soffitta dei libri dobbiamo rimpolpare gli autori con la lettera “O”… si scherza, ovviamente.
Non entriamo nella disputa se sia davvero esistito questo autore messo in dubbio nel XVII secolo.
Ci affidiamo alla tradizione che identifica il poeta greco autore dell’Iliade e dell’Odissea – i due massimi poemi epici della letteratura greca antica -.
Anche se fosse vero e come cultori degli approfondimenti dobbiamo crederci, che questi poemi fossero i canti tramandati da ciechi viandanti.
(La cecità ha nell’antichità connotazione sacrale e spesso era simbolo di doti profetiche e di profonda saggezza; molti aedi erano cieche – Wikipedia)
Allora vorrà dire che dobbiamo apprezzare la cultura del mondo greco antico.
Una cultura universale che dei fatti storici offre una narrazione sublime, che ha attraversato il mondo ellenico, ha fatto vivere di rendita l’impero Romano, è stato perno nel Rinascimento e ancora oggi non cessa di dare emozione al mondo intero.
Per quanto riguarda l’Iliade, chi non ricorda l’emozione che suscitò anche studiarne dal greco antico le rime ritmate e come risuonava cupa e austera l’ira di Achille?
Che non solo è l’inizio, ma anche l’argomento portante del poema: 24 libri o canti, ognuno dei quali è indicato con una lettera dell’alfabeto greco maiuscolo, per un totale di 15.688 versi in esametri dattilici
Il titolo deriva da Īlĭŏn, l’altro nome dell’antica Troia, cittadina dell’Ellesponto (da non confondere con Ilion nell’Epiro).
Ecco il libro da mettere nella vostra biblioteca del computer personale
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