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Gli animali parlanti di Casti

Giovanni Battista Casti, l’autore di oggi è stato un sacerdote vissuto tra il 1724 e il 1803.

Va ricordato soprattutto per essere stato il librettista di Giovanni Paisiello e di quel Antonio Salieri presunto rivale di Mozart.

Dal 1765 andò a vivere a Firenze, dove il 15 dicembre 1769 fu nominato poeta di corte presso Pietro Leopoldo (il futuro imperatore Leopoldo II), in virtù delle sue Poesie liriche che riscossero grande successo nei salotti fiorentini.

Da qui passò presso il conte Franz Xaver Orsini-Rosenberg, che l’imperatrice Maria Teresa aveva voluto vicino al suo secondogenito.

Da questo momento la sua vita divenne frenetica al seguito di missioni diplomatiche dei suoi protettori che lo portarono in giro in tutta l’Europa.

Dopo l’intensa attività librettistica. Verso la fine della sua vita si decise di scrivere il suo poema eroicomico, più famoso: Gli animali parlanti, in sestine, diviso in 26 canti, che tanta influenza ebbe sull’ultima opera di Giacomo Leopardi i Paralipomeni alla Batracomiomachia.

Lo stesso autore spiega nell’anteprima, la motivazione che lo spinge alla stesura di questo poema:

“ La prima volta, e prima d’aprire il manoscritto, incominciò in tal guisa: È cosa ben bizzarra! Nato nel picciol villaggio di Montefiascone, io vengo a lasciar l’ossa nel gran Parigi; e dopo di essere stato il poeta e quasi l’amico di Giuseppe secondo, dopo di aver conosciuto le primarie corti d’Europa, dopo di aver conversato coi più eminenti personaggi di questa parte del mondo la più illuminata, in età di ottant’anni io son ridotto a non saper altro linguaggio che quel delle bestie”.

Secondo lo schema dei poemi in endecasillabi l’inizio diventa aulico. “ Canto gli usi, i costumi, le vicende E l’ire animalesche, e di nemiche / Brutali schiere le battaglie orrende / Che furo al tempo che le bestie antiche / Possedean la ragione e la loquela, / Cose che a noi dei tempi il buio cela”.

Allora approcciamoci con il gusto della lettura a questi canti, soffermandoci anche su quelli più gustosi.

Io ho letto la gatta e il topo, in un presunto patto per mangiare insieme il cacio del padrone con il terzo incomodo il cane.

Una scenetta esilarante scritta secoli fa che sorridere sempre.

Era una volta una famosa Gatta / Oltre ogni dir lussuriosa e ghiotta, / Che sopra tutta la gattesca schiatta / La carne cruda amò più che la cotta….

Il libro da leggere

La rete

Questo filmato della BBC lo scelgo perché risponde meglio all’opera del Casti che è stato un antesignano per tutti coloro che nel tempo hanno dato voce al mondo animale

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