Borgo di Taranto. Quanti sono i palazzi murati, le case confiscate, le case abbandonate all’incuria e al degrado?
E per quest’ultime esiste la possibilità di uscirne con qualche soluzione? Ecco l’aspetto che vogliamo affrontare partendo da un caso concreto: Via Dante 37
Uno stabile d’epoca certamente, situato quasì alle spalle dell’ospedale Santissima Annunziata.
La situazione di degrado è visibile da queste foto: praticamente l’interno e l’esterno del portone ha avuto l’ultima raffrescata ottant’anni fa e questo riguarda anche le finestre interne.
Il motivo di questo degrado è legato alla proprietà di un terzo, dello stabile di quattro piani, da parte di eredi plurimi e asseintesti.
Per cui i lavori, ancorchè possibili, stante i limiti dei millesimi, non si possono fare per mancanza di fondi per le opere sui beni comuni.
Questa situazione blocca tutti gli altri abitanti che non riescono a trovare una via d’uscita.
Qui occorre una forte azione dell’ufficio urbanistico del Comune che per esigenze economiche non può consentire che cittadini menefreghisti tengano in ostaggio altri contribuenti versandoli, loro malgrado, in una situazione di profondo degrado che può determinare anche crolli pericolosi.
La presenza di eredi plurimi significa anche una propietà ingestibile; nel caso in esame, anche se volesse affittare o vendere uno solo degli eredi, avendo solo meno di un decimo di possesso, non lo può fare.
Il Comune cosa può fare? La legge dice che deve intimare agli eredi raggiungibili, magari depositando la comunicazione anche nella casa comunale, sulla porta delle abitazioni che decorso 60 giorni, le case vengono temporaneamente requisite dall’autorità pubblica.
POTERI DI REQUISIZIONE DEGLI ALLOGGI DA PARTE DEL SINDACO E DEL PREFETTO
Esiste una legge antichissima, l’art. 7, L. n. 2248/1865, all. E (non è un errore, è proprio una legge del 1865!), dispone che “allorchè per grave necessità pubblica l’Autorità amministrativa debba senza indugio disporre della proprietà privata…essa provvederà con decreto motivato, sempre però senza pregiudizio dei diritti delle parti”.
Trattasi quindi di norma “in bianco” ad amplissima discrezionalità.
Anche se il diritto delle terze parti, nel caso in esame, è di fatto annullabile se si pensa alla loro completa assenza.
La competenza a requisire è pacificamente in capo al Prefetto e solo in caso di inerzia di questi può essere esercitata dal Sindaco.
Dalla retelegale di Torino “In particolare è stato poi affermato che il potere di ordinanza ex art. 7, L. n. 2248/ 1865, all. E debba altresì rispettare, per quanto riguarda l’esercizio da parte del Sindaco, i requisiti previsti dall’art. 54 T.U.E.L. (art. 38, comma 2, L. n. 142/ 90) che al comma 4 dispone che “ Il sindaco, quale ufficiale del Governo, adotta con atto motivato provvedimenti, anche contingibili e urgenti nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento, al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità’ pubblica e la sicurezza urbana. I provvedimenti di cui al presente comma sono preventivamente comunicati al prefetto anche ai fini della predisposizione degli strumenti ritenuti necessari alla loro attuazione”.
I gravi pericoli di abbandono sono di per sè motivo di intervento, come si ricava dalle foto, dovuti alla proprietà abbandonata e non riguarda solo la facciata (che potrebbe anche essere motivo di reprimenda per l’integrità del paesaggio urbano) ma anche per i crolli di calcinaggi dai balconi abbandonati.
Non si tratta di perdità di tutela del diritto di proprietà privata. In filosofia del diritto si afferma che ciascun diritto non può negare il diritto altrui, in questo caso i residenti dello stabile del nostro casus.
In tal senso va un disegno di legge di tempo fa. del M5s, di requisire tutte le case abbandonate allo scopo di metterle a disposizione dei giovani che non riusciranno mai ad avere una casa per i loro sogni.
Magari una legge così sembrerebbe folle però in Italia secondo l’Istat ci sono più di un milione di case abbandonate.
E bisogna far qualcosa per il Borgo di Taranto, non c’è più tempo da aspettare. Vogliamo risposte pubbliche in tale direzione.