La città del re lebbroso è un romanzo di Emilio Salgari pubblicato nel 1904 a Genova.
Il tema centrale riguarda il mondo degli elefanti bianchi.
Molto rari e pregiati ospitati nel palazzo reale a Bangkok e venerati come simbolo della protezione divina, sotto la cura di Lakon-tay il ministro incaricato.
All’improvviso gli animali muoiono, anche se si saprà che è stato un complotto per distruggere la carriera di Lakon-tay. Il quale sopraffatto dalla tragedia tenta il suicidio.
La Rai trae spunto dal racconto salariano e trasmette in due puntate nel 1998 lo sceneggiato L’elefante bianco con la sceneggiatura di Filippo Gentili, Andrea Porporati e Alessandro Sermoneta e la regia di Gianfranco Albano
Personaggi e interpreti solo due italiani Remo Girone e Lino Capolicchio, per il resto tutti stranieri, nel perfetto stile dello sceneggiato che tende a rappresentare al meglio l’ambiente dove si svolge la vicenda salgariana:
(Re Shai) Remo Girone, (Johann Rudde) Mathieu Carriere, (Barthes) Jacques Perrin, (Lotarius) Lino Capolicchio, (Max) Danny Quinn, (Maia) Axelle Grelet, (Mandi) Axelle Grelet, (Gabriel Barthes) Vincent Lecoeur, (Marianna) Jennifer Nitsch, (Lo Yan) Hal Yamanouchi, (Monaco Li) Choochai Busarakumwong, (Kara Lai) Chudapa Janket, (Kai Shan) Thanin Tubmongkol, (Nek) Cherdpong Laoyont, (Joy) Yutapoom Yaowarat
Jarma è un piccolo regno asiatico immaginario incastonato tra il verde lussureggiante delle risaie del Siam (l’antica Thailandia) e la corona di diamante del meraviglioso mare tropicale dell’Indocina francese.
Quasi cent’anni fa tutto era diverso ed era ancora possibile che l’amore tra due giovani – giovani d’allora ma simili a quelli d’oggi – si mescolasse agli intrighi dei re e agli interessi dei potenti mutando il corso della storia.
Per Maia, giovane principessa di Jarma, e Gabriel Barthes, figlio di un illminauto collaboratore francese del sovrano, le differenze di razza e ceto non contano: istruiti dalla dolce saggezza del monaco Li, tra gli svaghi del giardino reale e le immersioni nelle profondità dell’Oriente, i due giovani si promettono eterna fedeltà.
Ma il tumulto della storia dell’epoca coloniale sconvolge la scena, separandoli nella maniera più crudele in un estenuante calvario: inganni, agguati lungo i sentieri di montagna, processi truccati a corte, prigionie in sinistri monasteri, interrogatori, alla ricerca del mitico Elefante Bianco, simbolo di Jarma e unica chiave per travolgere i nemici.
Prova dopo prova, mutati dal distacco e dalle sofferenze, Maia e Gabriel diffondono in una Jarma ormai preda dell’anarchia e della miseria un soffio benefico che purifica e redime. Finale da gustare dove la redenzione ritrova il Karma, col barrito dell’elefante bianco
Il libro da leggere
La rete
Il filmato della rai
Seconda parte