Saranno frastornati dal vedere quali siano oggi i riferimenti culturali di una sinistra sempre più nel pallone.
In principio furono i FERRAGNEZ.
Fedez protagonista fisso della festa del 1 Maggio, la festa del lavoro, dal cui palco sparava elucubrazioni a raffica, che non capiva manco lui, nel delirio dei leaders della sinistra nazionale e dei giornaloni compiacenti.
Ferragni, l’altra metà del cielo, la quale invece leggiadramente tra una borsetta milionaria e un Pandoro le sparava ancora più banali del marito, con la differenza che lei sapeva di dire banalità gigantesche, ma faceva PERSONAGGIO, INFLUENCER e recitava, furba, il suo ruolo.
Si è visto come è finita e scegliamo di non infierire per generosa compassione.
Ora è il tempo di una nuova musa: Francesca Pascale. La nuova vestale della sinistra che ha ai suoi piedi una nomenklatura pronta a offrirle qualunque trono a disposizione. In qualche modo i FERRAGNEZ te li spiegavi per il successo, scopertosi effimero, del marchio. Ma buon Dio: perché la Pascale?
Nota solo per l’ unione, nella sua fase etero, con il Cavalier Silvio Berlusconi.
Colà la Pascale fu protagonista di una impresa storica e formidabile per il futuro del nostro Paese: scoprì che i fruttivendoli vendevano alla famiglia Berlusconi i fagiolini e i broccoletti a 80 euro al chilo: lei intervenne e salvò dal sicuro tracollo finanziario il povero Silvio e le sue aziende. Nella sua seconda vita, invece, improvvisamente si unisce alla nota cantante Paola Turci e la Pascale diventa una icona gay. Finita la storia con la Turci, ella non si da pace. Si iscrive all’ ANPI e si traveste da pasionaria per rassicurare gli italiani: li salverà dal fascismo subdolo e strisciante.
La invitano nei Talks Show ed è doloroso per le orecchie e l’intelligenza ascoltare le ovvietà e le banalità che proclama col piglio di un Giudice di Corte di Cassazione. Povera sinistra e poveri noi.
Possibile che non capiscano che sono sempre più lontani dalla vita reale?
Che non hanno in alcun modo un orizzonte culturale, condivisibile o meno?
Le cose non vanno certo meglio nella sinistra sinistra. Li si tocca l’empireo
dello stupore fino al punto di domandarsi addolorati: ma perché?
I riferimenti culturali: Soumahoro, Ilaria Salis e udite udite: Chef Rubio, uno che per vedere da vicino un lavoratore ha dovuto andare a condurre la trasmissione Camionisti in trattoria.
Quanto sono fortunati che nelle pagine de L’UNITÀ non ci sia più il mitico
FORTEBRACCIO: il comunista che ti seppelliva con una risata e la sciabola dell’ironia.
Francesco Magisano