Quarto appuntamento ieri sera, a Taranto, del Paisiello Festival. Protagonista, al pianoforte, Kim Misol, interprete attenta e intensa di un programma di grande difficoltà
Concerto fuori del comune, quello di ieri sera nel Salone della Provincia di Taranto, sia per la complessità del programma che per le capacità di esecuzione della coreana Kim Misol, già nota al pubblico tarantino per aver vinto, in occasione del Concorso internazionale Arcangelo Speranza, il premio speciale “ Giovanni Paisiello Festival”.
Un Festival organizzato dall’associazione tarantina Amici della Musica “ Arcangelo Speranza” che quest’anno, con la direzione artistica di Lorenzo Mattei, ci sta regalando eventi di grande spessore musicale.
Il concerto
Tesa, emozionata e schiva, la 32enne Kim Misol, ieri sera ha regalato al folto pubblico presente momenti di grande intensità emotiva, specie nella prima parte del programma.
Una prima parte che, rovesciando l’ordine cronologico dei compositori, ha messo in rilievo, nell’incipit, il romanticismo e la capacità espressiva della musica di Skrjabin. Intensa, vissuta, densa di pathos infatti l’esecuzione della sonata n.2, Op. 19 del grande compositore russo di fine ‘800, cui è seguita l’interpretazione di due sonate del nostro Paisiello, forse eccessivamente carica. Ma si deve tener conto che tali sonate sono state scritte da Paisiello per cembalo e la loro esecuzione al pianoforte presenta non poche difficoltà.
Il coinvolgimento emotivo di Kim, comunque, ha decisamente dato colore alla sua interpretazione, facendo dimenticare le imprecisioni e coinvolgendo il pubblico anche nell’esecuzione della sonata n. 1 in Fa minore, Op. 2 di Beethoven.
La seconda parte
Se, dunque, sotto il profilo tecnico, non sono mancate delle pecche, specie nell’esecuzione della seconda ballata di Chopin, nella seconda parte, la pianista sudcoreana ha caricato di grande intensità la sua interpretazione.
Talvolta discutibile per l’eccessivo impeto nell’esecuzione delle scale, Kim ha dato comunque voce e corposità alle passioni e ai tormenti interiori di un autore come Chopin, vivendolo in tutte le sue contraddizioni interiori.
E la musica, la grande musica di questi compositori ha colmato di vibrazioni ed emozioni i cuori di tutti i presenti.
Kim Misol
Indubbiamente un’artista dalle grandi potenzialità questa giovane coreana che vanta un curriculum di tutto rispetto.
Minuta, delicata, ma determinata, anche nel superare le difficoltà oggettive della dimensione delle sue mani, Kim Misol ha dimostrato una grande forza, ma, soprattutto, una grande capacità di trasmettere quelle passioni che fanno di un’esecuzione, anche se tecnicamente imprecisa, un momento di estasi, di rapimento.
E, ieri sera, il pubblico ha capito. Lo scroscio degli applausi infatti è stato l’epilogo di un concerto estremamente convincente. Un concerto che, probabilmente, rappresenta solo un tassello, uno step nella maturazione di questa promessa del panorama musicale internazionale.
Perché, si sa, l’artista, nella maturità, raggiunge in ambito musicale quella ricerca della sonorità di ogni singola nota che è anche ricerca della rappresentazione sonora dell’interiorità di ogni compositore.
E diviene quindi egli stesso non solo interprete, ma parte integrante del momento musicale che interpreta.
Un momento di musica, dunque, un momento di vita da raccontare agli altri, nello spazio sovratemporale dell’anima.