Principale Rubriche Libri & Letture consigliate Paolo Mantegazza – Elogio della vecchiaia

Paolo Mantegazza – Elogio della vecchiaia

L’autore di oggi viene ricordato come un patriota. A soli 16 anni – è del 1831- con la madre Laura Solera, grande filantropa italiana, partecipò alle giornate di Milano.

A 23 era già medico, a 31 deputato e poi senatore sotto il Regno d’Italia. Un uomo politico dunque che, per la sua natura di divulgatore, cosi definiva il Parlamento:

Il più alto laboratorio di forze disperse. Qui abbiamo la più alta perfezione di un meccanismo al rovescio, dove cioè quasi tutte le forze si trasformano in attriti”.

Osservando la realtà di oggi come non dargli ragione?

Fu soprattutto un medico e antropologo darwiniano, viaggiatore per studio (In Argentina, in Paraguay e in Bolivia) e professore universitario,

“ fondò il primo laboratorio di Patologia sperimentale in Europa, dove, negli anni seguenti, si formarono scienziati illustri quali Giulio Bizzozero, Eusebio Oehl e Camillo Golgi, vincitore del Premio Nobel per la Medicina (Wikipedia)”

In questo libro di oggi si affronta la vecchiaia, da punto di vista del medico divulgatore, con un linguaggio semplice e discorsivo; emerge il darwiniano senso della vita naturale, e della piena acquisizione della vecchiaia come un fatto da rivalutare socialmente. Da più di un secolo un tema quanto mai attualissimo.

Vecchiaia o senilità, non per essere sprezzante come Grillo che in un vecchio post, accusando gli altri di fargli sempre il verso sulle sue sparate, parafrasando Il politically correct, che secondo lui ha trasformato le nostre conversazioni in parole sintetiche, faceva l’esempio, a proposito di vecchio, “non si diventa vecchi rincoglioniti, come dovrebbe essere per la rete democraticamente corretta, ma anziani saggi”.

A parte l’ironia, affidiamoci ad un vecchio, del XIX secolo, un saggio che dal punto di vista medico e antropologico affronta il problema.

Ecco l’incipit

Ma che si fa celia? Lodare la vecchiaia, la parte più miserabile della vita, che presa anche nell’assieme, è pure una povera cosa? Lodare l’età del catarro, della sordità, della debolezza; l’età in cui ogni giorno strappa un fiore o una foglia dall’albero della nostra vita; lodare l’agonia dell’esistenza? Non riuscii a persuadere uno solo dei miei amici, che il mio libro sarebbe stato serio e che senz’ironia avrei lodato la vecchiaia. 
Chissà che dopo averlo letto non abbiano a cambiar d’opinione, chissà che non si ricredano del loro errore! Io ho scritto questo libro per me e per tutti coloro, che avendo più di sessant’anni, più di cinquemila lire di rendita, e una buona salute, non sono felici, e non lo sono per la sola ragione di esser vecchi. Nella mia giovinezza, nell’età adulta ho sempre fatto le più grandi meraviglie, vedendo che gli uomini si auguravano a vicenda come sommo bene una lunga vita, e avutala, la maledivano. In questo paradosso doveva trovarsi nascosto, come bruco in un frutto, un grosso errore, che si doveva scoprire e distruggere. Che tu possa campar cent’anni, che tu possa vedere la quarta generazione!”

Per leggere clicca qui

LASCIA UNA RISPOSTA

Inserisci il tuo commento, grazie!
Inserisci il tuo nome qui, grazie

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.