L’alluvione ha colpito duramente Bologna, con 3000 persone evacuate. Politiche regionali assenti, popolazione disperata.
Bologna è stata colpita da una violenta alluvione che ha costretto all’evacuazione circa 3.000 persone, portando devastazione in una delle città simbolo dell’Emilia-Romagna. Le intense precipitazioni, che hanno colpito la regione nelle ultime 48 ore, hanno causato l’esondazione di numerosi corsi d’acqua, tra cui il Reno e il Savena, trasformando strade e piazze in fiumi impetuosi. Gli abitanti sono stati costretti a lasciare le proprie case in fretta e furia, spesso con pochi minuti di preavviso, mentre l’acqua si alzava inesorabilmente, raggiungendo livelli record.
Le immagini che arrivano da Bologna sono drammatiche: case sommerse, auto trascinate via dalla corrente, e persone rifugiate sui tetti in attesa di essere soccorse dai vigili del fuoco. Nonostante gli sforzi delle squadre di emergenza, la situazione appare disperata in molti quartieri, specialmente nelle aree periferiche, dove le infrastrutture hanno ceduto sotto il peso delle acque.
A rendere ancora più amara la situazione, però, è la percezione che le istituzioni non abbiano fatto abbastanza per prevenire una tragedia annunciata. Gli esperti di climatologia e urbanistica avevano da tempo lanciato l’allarme riguardo al rischio di inondazioni in quest’area, ma le politiche regionali di prevenzione e gestione del rischio idrogeologico si sono dimostrate insufficienti o, in alcuni casi, completamente assenti.
Il sistema di canali e di bacini di contenimento, che dovrebbe proteggere la città da eventi meteorologici estremi, non ha ricevuto gli investimenti necessari per essere adeguato agli scenari di cambiamento climatico. Molti cittadini denunciano una cronica mancanza di manutenzione e interventi strutturali.
La popolazione è disperata. “Ci sentiamo abbandonati”, racconta un residente evacuato. “Ogni volta che piove, viviamo nel terrore che arrivi un’altra alluvione. Le autorità promettono, ma non fanno nulla di concreto”. La rabbia cresce anche sui social media, dove si moltiplicano i messaggi di sfogo e le richieste di aiuto.
Le persone evacuate sono state temporaneamente sistemate in strutture di accoglienza allestite in scuole e palestre, ma la situazione rimane precaria. Il timore è che, con il passare dei giorni, l’emergenza possa trasformarsi in una crisi umanitaria su larga scala.
L’evento di Bologna richiama l’attenzione su un problema che coinvolge non solo l’Emilia-Romagna, ma molte regioni italiane. Senza un cambio di rotta nelle politiche di prevenzione e gestione dei rischi, sarà difficile evitare il ripetersi di queste tragedie, che ormai sono diventate una dolorosa costante.
Barbara Rinaldi