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Engels – Karl Marx e il suo manifesto

Nella scheda liber liber che mette online il libro c’è scritto “si ringrazia la Silvio Berlusconi Editore per averci concesso i diritti di pubblicazione gratuiti”

Bisogna dire che davvero il caso ha voluto che questo libro gli sia rimasto in testa all’editore.

L’autore di oggi Engels Friedrich è il classico compartecipe, che pur avendo svolto un ruolo forte nella coppia, è meno famoso dell’altro che lui stesso ha contribuito a valorizzare essendogli sopravvissuto per dodici anni, anni che passò a curare le opere e gli appunti del grande amico, fino alla sua scomparsa, avvenuta a Londra nel 1895.

L’origine di Friedrich Engels è una ricca famiglia di industriali luterani. Da giovane ha il contatto con movimenti filosofici di cui sposa l’ala più critica all’idealismo.

Nel 1844 nasce il sodalizio con Karl Marx con il quale nel 1832 nasce il Manifesto del partito comunista, scritto su commissione per la Lega dei Comunisti.
Il testo è davvero interessante dal punto di vista culturale. Nella edizione del 1883, lo stesso Friedrich da Londra scriveva:

“La prefazione alla presente edizione devo purtroppo firmarla da solo. Marx – l’uomo cui l’intera classe operaia d’Europa e d’America deve più che a chiunque altro – Marx riposa nel cimitero di Highgate, e sulla sua tomba cresce già la prima erba.

Dopo la sua morte non ha più alcun senso parlare di una rielaborazione. nè di un completamento del Manifesto. Tanto più necessario considero stabilire nuovamente ciò che segue.

Il pensiero di fondo che ricorre nel Manifesto – che la produzione economica e l’articolazione sociale che ne consegue necessariamente in ogni epoca costituisce il fondamento della storia politica e intellettuale di tale epoca; che quindi (dopo l’abolizione dell’arcaica proprietà comune della terra) tutta la storia è stata una storia di lotte di classe, lotte fra sfruttati e sfruttatori, classi oppresse e oppressive nei diversi stadi dello sviluppo sociale; che però oggi questa lotta ha raggiunto uno stadio in cui la classe sfruttata e oppressa (il proletariato) non si può più liberare dalla classe che la sfrutta e opprime (la borghesia) senza insieme liberare per sempre l’intera società da sfruttamento, oppressione e lotte di classe – questo pensiero di fondo appartiene solo e unicamente a Marx

L’ho già affermato molte volte; tanto più oggi però conviene che questa affermazione stia qui come premessa al Manifesto stesso”.

Il libro lo scaricate da qui 

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