Principale Estero Ennesimo viaggio della speranza di Blinken in Israele

Ennesimo viaggio della speranza di Blinken in Israele

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Il segretario di Stato americano, Antony Blinken é partito ieri per Israele  e i Paesi arabi in un nuovo tentativo di raggiungere un cessate il fuoco

Dopo la notte di fuoco che ha colorato di rosso i cieli di Beirut, arriva questa mattina la dichiarazione di Hezbollah di aver lanciato  raffiche di razzi contro due basi importanti vicino a Tel Aviv e una base navale a ovest di Haifa. Intanto Israele attende in giornata l’arrivo di Blinken. Che si possa arrivare a una soluzione di questo terribile conflitto?

Un copione ben noto

Il copione é sempre lo stesso. Quello della speranza che, con l’intervento dello storico alleato di Israele, l’America, Netanyahu possa finalmente accettare proposte di pace e, specie dopo l’uccisione dei leader di Hamas ed Hezbollah, si depongano le armi.

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Netanyahu

Cosa che, conseguentemente,  porterebbe sia Hamas che Hezbollah a più miti consigli e al rilascio dei pochi ostaggi ancora nelle mani di Hamas.

Ed é in virtù di questa tenue speranza che le diplomazie internazionali, tra cui anche il nostro ministro Tajani stanno muovendosi per cercare una soluzione a questo conflitto che da oltre un anno sta mietendo migliaia di vittime tra i civili.

Finora gli sforzi diplomatici sono risultati vani nel porre fine alla guerra di Gaza e al conseguente conflitto tra Israele ed Hezbollah. Anzi questo si é intensificato, specie nelle ultime settimane, dopo un anno di scontri a fuoco lungo il confine meridionale del Libano.

Il viaggio di Blinken

Il viaggio di Blinken arriva in un momento cruciale della campagna militare di Israele contro i militanti di Hamas, a Gaza, e quelli di Hezbollah, in Libano, entrambi sostenuti dall’Iran.

E, alla luce dell’intensificarsi dei bombardamenti da parte di entrambe le parti, questo viaggio, l’undicesimo da quel fatale 7 ottobre 2023,  assune i toni di una mission quasi impossible.

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Antony Blinken

Il segretario di Stato statunitense, dopo aver parlato con Netanyahu, si recherà in altri paesi arabi, tra cui Giordania e Doha, per sollecitare un loro intervento di mediazione, al fine di trovare una soluzione e scongiurare un allargamento della guerra.

Incombe infatti lo spettro di un conflitto di più ampie proporzioni qualora Israele compia l’annunciato attacco punitivo all’Iran, non curandosi di rispettare le regole internazionali. Un attacco di cui ancora sono ignoti gli obiettivi e che mette in uno stato di agitazione il mondo intero.

Le conseguenze infatti sarebbero terriibili qualora lo Stato ebraico dovesse colpire i siti nucleari iraniani, sia sul piano della rappresaglia di Teheran, che sul piano delle conseguenze economiche mondiali.

Le ipotesi, le speranze

Tante le ipotesi sull’epilogo e, soprattutto, sulle fasi a venire di questo conflitto, ma, almeno per il momento, non vi sono certezze.

Hamas e Israele restano in profondo contrasto e sembra improbabile che entrambi facciano concessioni significative prima delle elezioni presidenziali statunitensi del 5 novembre, che potrebbero sovvertire la politica statunitense.
Una politica che, con l’amministrazione Biden, é stata alquanto altanenante e talvolta contraddittoria.
Israele ha intensificato le sue azioni militari nell’ultimo mese, sia a Gaza che in Libano, incurandosi delle risoluzioni dell’Onu e degli inviti statunitensi a moderare i toni, rsparmiando i civili e consentendo gli aiuti umnitari di essi.
Nè l’uccisione dei leader carismatici di Hezbollah in Libano e di Hamas a Gaza ha frenato le sue offensive aeree e terrestri, dimostrando così di non curarsi affatto dei tiepidi tentativi di Biden di porre termine alla guerra.

La risoluzione Onu

Se a Gaza é salito a oltre 42.000 il bilancio delle vittime, in Libano la tensione é alle stelle.

Incuranti della risoluzione  Onu 1701, che pose termine al conflitto del 2006, sia Israele che Hezbollah hanno intensificato le loro operazioni militari proprio su quell’area del Libano meridionale che avrebbe dovuto essere libera da truppe straniere e, al momento, i combattimenti paiono crescere d’intensità.

Che Blinken riesca a trovare una soluzione in questo suo undicesimo viaggio? lo speriamo

 

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