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Osservazioni e spunti per un performante dibattito

Sebastiano Tafaro

La caratteristica che piú mi colpisce nell’attuale situazione italiana è l’avvitamento del dibattito su temi che raramente offrono spunti di novità reale e prospettive di avanzamento dell’organizzazione sociale.

Inoltre essi sono per lo piú interni ai ceti (politici) dominanti e dei loro consociati, senza andare alle radici dei problemi avvertiti dalla popolazione.

La conseguenza è il crescente distacco dalla politica.

Senza la pretesa di soluzioni o di analisi globali, vorrei avanzare alcune mie modeste parziali riflessioni, esposte per brevi cenni, con l’auspicio che, magari per controbatterle, diano vita ad un avvertito dibattito.

Occorre attivare forme di partecipazione alla gestione pubblica:

  1. Sarebbe opportuno introdurre a tutti i livelli l’azione popolare, con la quale il cittadino, in quanto tale, fa valere interessi superiori, che non gli sono estranei, a prescindere dall’esistenza di un suo personale e diretto interesse specifico. Essa è stata una delle aspirazioni storiche del pensiero liberale. Se sorretta da opportune disposizioni, tra le quali essenziale appare il finanziamento di chi la intraprende, può consentire al cittadino di riavvicinarsi alla gestione della cosa pubblica, attraverso uno strumento di intervento non dipendente solo dal ‘potere’, ma direttamente da lui.
  • Andrebbe riconosciuto il potere di iniziativa e proposta per opere ed interventi di interesse collettivo anche al singolo cittadino.

Il quale avrà diritto a che sulla sua proposta si decida in tempi brevi, accogliendola e realizzandola. Oppure che venga respinta, con la indicazione delle ragioni del mancato accoglimento, in modo da dargli la possibilità di esperire i rimedi opportuni (giudiziari, politici…).
Naturalmente occorrerà un’adeguata regolamentazione per evitare che gli Organi pubblici siano affogati dalle richieste. In proposito si potrà stabilire una sede di primo esame e congruità.

  1. 3. Per la tutela delle ‘ragioni’ dei singoli o della collettività va previsto una figura che definirei come Tribuno dell’uomo. Esso potrà avere organizzazione stabile, ma molto limitata nel tempo (allo scopo di evitare che si inserisca nel ‘sistema’), o consistere in uno status legato alla difesa di interessi specifici. I poteri di tale figura dovrebbero consistere nella possibilità di veto ad atti o provvedimenti ritenuti lesivi del diritto singolo o degli interessi diffusi e nella possibilità di intervenire a difesa di chi, anche straniero, sembri vessato dal ‘potere’.

In ogni caso esso non dovrà, come per gli attuali difensori civici, essere di nomina della Pubblica Amministrazione, ma va eletto direttamente dai cittadini, nella forma stabile, oppure, con appropriata normativa, riconosciuto in chi si sta impegnando per la salvaguardia degli interessi comuni o di singoli, ispirandosi a giustizia ed equità.

tasse

Sembra opportuna la previsione della destinazione di parte delle tasse alla realizzazione di puntuale di determinate opere ed obiettivi (in primo luogo la sanità e la sicurezza): attraverso la finalizzazione il contribuente potrà condividere la tassazione e rendersi conto della sua utilità.

Occorrerebbe dare un incentivo a chi aiuti a recuperare l’evasione. Ma altresì va fatto un censimento degli sprechi della spesa pubblica, perché sulla sua compressione si deve agire in via primaria. Si deve dar vita ad iniziative e a movimenti che indichino le spese eccessive, superflue, immotivate, dando anche qui al cittadino un ruolo preciso ed una piena legittimazione per l’indicazione e la repressione di esse.

acqua

L’acqua è uno dei problemi fondamentali per il futuro. La Puglia la vive come questione storica. Oltre alla sistemazione degli acquedotti, bisogna introdurre sistemi di raccolta e conservazione delle acque piovane, che in alcune zone durante l’inverno sono di notevole quantità, ma vanno disperse. Ad esempio: se in Puglia si provvedesse alla raccolta delle acque, attraverso grandi cisterne (così come si vede ad Istambul, dove vi era una Cisterna che bastava all’intera città), si prevenirebbe addirittura la desertificazione, che pare profilarsi in alcune zone della regione.

emigrazione

Cosa si vuol fare in concreto? Le rive del Mediterraneo si avviano ad ospitare 200 milioni di abitanti, molti dei quali premeranno per entrare in Italia, partendo dal Sud. Ci limitiamo a leggi non funzionanti e a criminalizzare chi tenta una prospettiva di vita?

Non si dovrebbe, piuttosto, dar vita alla formazione professionale di quanti già sono in Italia o si potrebbero far arrivare, magari partendo dalla richiesta di figure professionali di lavoratori richieste dalla Confindustria?

giustizia

Immediatamente: invece di alimentare sterili ed in parte sovversive polemiche, va rafforzato l’organico dei magistrati agendo non solo sulle forme (per la verità lentissime) di reclutamento, ma anche con forme di scambio (specialmente temporanee) tra le figure professionali operanti nel campo del diritto.

Poiché le sentenze vengono emanate “in nome del popolo” non si dovrebbero scandagliare forme che non estraneino del tutto il popolo? Ad esempio, nel diritto romano il giudicante, nei giudizi civili veniva scelto dalle parti o estratto a sorte da una lista di persone idonee, nel caso di disaccordo; nelle cause penali si nominava una giuria per ogni singolo processo. Non sarebbe opportuno prevedere due momenti: quello della valutazione del fatto, affidato ai cittadini, e quello dell’applicazione del diritto al fatto, operato da un giudice?

È ancora opportuno che i giudici siano ‘a vita’ (cosa che li può portare ad estraniarsi dal presente ed a chiudersi in una logica formale)? La nomina a vita nacque in Inghilterra e fu una conquista contro lo strapotere del Sovrano (che nominava i giudici): ha senso nella Repubblica? D’altra parte in sede europea il mandato dei giudici è a termine (soltanto per sei anni) e anche in Italia il mandato dei giudici costituzionali è per soli nove anni.

ricerca

Assodato che un Paese cammina al passo della Sua ricerca scientifica e tecnologica, occorre reimpostare il rapporto prodotto interno e spesa per la ricerca. Bisogna fissare la cifra minima da stanziare per la Ricerca, in rapporto al pil e in misura superiore a quanto avviene nei Paesi più avanzati (Europa, Stati Uniti, Giappone), perché solo così potremo sperare di superare il gap che ci divide da essi. 

Sicurezza: si può lasciare il territorio alla tutela dell’attuale assetto delle forze dell’ordine, di ogni tipo?

Non sarebbe preferibile praticare forme di coinvolgimento della popolazione (soprattutto di cooperative di giovani), con caratteri di flessibilità e temporaneità. Un esempio può essere la guardia civile degli stati Uniti.

La tutela può essere più organizzata per vaste zone o per città? Si potrebbe pensare ad un’organizzazione parcellare affiancata, in alcuni casi, dalla monitorizzazione continua di alcune zone, magari avvalendosi delle potenzialità delle IA (Intelligenze Artificiali)?

Mi sembra che, comunque, vada coordinato il controllo dei porti, delle autostrade e degli aeroporti, per impedire l’esitazione delle refurtive.

Quanti sono disposti a proporre nuove leggi per la delinquenza minorile e per il suo recupero, senza che ne soffra la sicurezza globale dei cittadini?

 

economia

Tra le emergenze si segnala:

  1. la necessità di rivedere il sistema bancario. In particolare non si giustifica l’attuale divario tra gli interessi richiesti ai clienti, diverso al Nord e al Sud, dove sono più gravosi.
  2. L’urgenza di stabilire che la differenza tra l’interesse praticato ai risparmiatori e quello richiesto per i mutui sia contenuto entro limiti precisi: attualmente è troppo ampio! La sua riduzione ad un massimo di 1/2 punti sarebbe la migliore fonte di rilancio ed impulso per la ripresa economica e forse sarebbe piú efficace degli interventi straordinari e finanziamenti che inibiscono la concorrenza e alterano il mercato.

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