Gaetano Volpi. Non sarà affatto un caso che oggi ci va di presentare il primo grande editore.
E questo nella persona di un abate che operò all’inizio e per buona metà del Settecento. La sua passione per i libri sta bene in questa soffitta dei libri.
Perché si può definire editore?
Perché contrariamente all’epoca in cui chi stava tra i libri era anche uno stampatore, lui era un committente dello stampatore, come fanno oggi gli editori.
Tanto che come riporta l’enciclopedia Wikipedia un noto tipografo dell’epoca, Giuseppe Comino, fu per decenni il capo operaio della stamperia Volpi.
Ecco che il libro di oggi appare più che altro una sua biografia da bibliofilo.
I testi prodotti dai Volpi furono molto apprezzati sia per l’eleganza della stampa che per la correttezza dei testi, pregio quest’ultimo attribuito direttamente all’opera dei due fratelli.
L’operazione che fa lui con le “Varie Avvertenze Utili, e necessarie agli Amatori de’ buoni Libri, disposte per via d’Alfabeto”’, attraverso una raccolta di facezie apre la strada ai libri dedicati alla bibliomania che troveranno nel giovane Gustave Flaubert e altri autori ottocenteschi fedeli prosecutori dell’opera.
Tutti i bibliotecari di oggi devono essere grati a chi secoli fa ha dato avvio a una passione per libri.
Leggerete spassose storie, aneddoti che vi fanno comprendere le consuetudini e la cultura del XVII° secolo dal punto di vista dei libri.
Da difendere con forza. Allora come oggi.
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