Principale Attualità Revenge Porn: quando l’affetto può diventare pericolo

Revenge Porn: quando l’affetto può diventare pericolo

Quando la fine di una relazione si trasforma in un incubo digitale

 

Dal Mondo – Il revenge porn, costituisce un crimine negli ultimi decenni ha suscitato ampie discussioni. Questa pratica, che consiste nella diffusione senza autorizzazione di files inerenti la sfera intima finalizzato alla vendetta, rappresenta un grave danno alla privacy ma è anche una forma di violenza che può generare gravi conseguenze psicologiche e sociali. In questo articolo, affronteremo le origini di tale fenomeno, il quadro legislativo che disciplina le possibili strategie di contrasto e le possibili conseguenze.

Origini e Definizione del Revenge Porn

Il termine “revenge porn” emerge agli inizi degli anni 2000, con l’aumento dell’uso dei social media e delle tecnologie digitali. La facilità con cui le immagini possono essere condivise e di conseguenza diffuse online con un semplice MMS ai tempi, oggi con un click su un App di messaggistica: Telegram, WhatsApp ha reso possibile la diffusione virale di files personali di carattere intimo senza autorizzazione persona ritratta e quindi direttamente interessata. Questo fenomeno ha suscitato moltissime preoccupazioni etiche e legali, poiché spesso colpisce in modo sproporzionato prevalentemente le donne ma anche gli uomini in minima parte, contribuendo a generare una cultura di vergogna e stigma attorno alla sessualità femminile.

Analizziamo come il revenge porn può manifestarsi in diverse forme:

Il revenge porn, come già detto è un grave fenomeno che purtroppo è in forte in crescita nell’era digitale, si manifesta in modi diversi e subdoli, andando ben oltre la semplice “vendetta” che il nome suggerisce, vediamo come si manifesta.

Diffusione di immagini personali di carattere intimo: la forma più comune, in cui foto o video sessualmente espliciti vengono condivisi senza consenso su piattaforme online, social network o tramite app di messaggistica.

Sextortion: ossia il ricatto sessuale, dove il possesso di materiale intimo viene usato per estorcere soldi, favori sessuali o altre concessioni dalla vittima, con la minaccia di divulgazione in rete di tali files.

Deepfake: attraverso l’utilizzo di software di intelligenza artificiale con mille funzionalità per creare video falsi incredibilmente realistici, inserendo il volto della vittima in contenuti pornografici senza il consenso esplicito della stessa.

Cyberstalking: la condivisione ripetuta e ossessiva di materiale intimo, accompagnata da messaggi offensivi, minacce o molestie online, con l’obiettivo di terrorizzare e umiliare la vittima.

Upskirting e Downblousing: la pratica di scattare foto o video sotto i vestiti di una persona senza il suo consenso, spesso in luoghi pubblici e affollati, sfruttando la distrazione o l’ingenuità della vittima o attraverso l’istallazione di microcamere wifi in camerini o bagni pubblici.

Revenge porn in ambito lavorativo: la diffusione di materiale intimo per danneggiare la reputazione professionale della vittima, ostacolando la sua carriera o causandone il licenziamento.

Revenge porn tra minori: un fenomeno enormemente preoccupante in fortissima crescita, dove adolescenti condividono immagini intime di coetanei per vendetta, bullismo o pressione sociale.

È fondamentale riconoscere la gravità di queste azioni, che vanno ben oltre una semplice violazione della privacy. Il revenge porn ha conseguenze devastanti per le persone che ne sono vittime, causando danni psicologici, emotivi e sociali a lungo termine.

Conseguenze Legali

La legislazione riguardante il revenge porn varia notevolmente da paese a paese. Infatti in molti stati, non esistono leggi specifiche che affrontino direttamente questa problematica, mentre in altri sono state introdotte misure legislative per combattere questo fenomeno.

La legislazione in Italia

Nel 2019, l’Italia ha introdotto una legge specifica per contrastare il fenomeno del revenge porn. Con l’approvazione della legge n. 69/2019, conosciuta come “Codice Rosso”, la diffusione non consensuale di immagini intime è diventata un reato punibile con la reclusione fino a sei anni. La severità della pena varia in base alla gravità del caso.

Tuttavia, nonostante i progressi legislativi in Italia, ci sono ancora molte sfide da affrontare come:

Difficoltà nella denuncia: Molte vittime esitano a denunciare per paura di non essere credute o per la vergogna associata alla situazione.

Prova della violazione: Dimostrare che la diffusione delle immagini è avvenuta senza consenso può essere complicato.

Implicazioni Sociali e Psicologiche

Il revenge porn, come accennato, infligge ferite profonde alle sue vittime. Oltre alle immediate lesioni alla reputazione e alla privacy, chi subisce questo abuso può sperimentare un impatto devastante a lungo termine sulla propria salute mentale ed emotiva.

Ansia e depressione: La diffusione non consensuale di immagini intime può portare a gravi problemi psicologici.

Isolamento sociale: Le vittime possono sentirsi stigmatizzate e isolate dalla società.

Impatto sulla carriera: La reputazione professionale può essere compromessa dalla diffusione di contenuti intimi.

Un aspetto estremamente preoccupante del revenge porn è la cultura del silenzio che lo circonda. Molte vittime si sentono costrette a rimanere in silenzio per paura delle conseguenze sociali o per la mancanza di fiducia nel sistema legale.

Affrontare il problema del revenge porn richiede un approccio multifaceted che coinvolga legislazione, educazione e supporto alle vittime.

È fondamentale promuovere campagne di sensibilizzazione che informino le persone sui rischi associati alla condivisione non consensuale di immagini intime. Le scuole e le università dovrebbero includere programmi educativi sul rispetto della privacy e sul consenso nelle relazioni.

Le piattaforme social hanno un ruolo cruciale nella lotta contro il revenge porn, dovrebbero implementare ed attivare politiche più rigorose per identificare e rimuovere contenuti non consensuali al fine di fornire supporto alle vittime in caso di diffusione di contenuti non autorizzati.

Conclusioni

Il fenomeno del revenge porn costituisce una seria minaccia alla dignità e ai diritti fondamentali degli individui. È imperativo che la società nel suo complesso acquisisca consapevolezza di questa problematica e si adoperi attivamente per contrastarla. Ciò richiede un approccio multifattoriale che includa l’educazione alla consapevolezza, il rafforzamento del quadro legislativo e il sostegno concreto alle vittime. Solo attraverso un impegno congiunto su questi fronti potremo aspirare a costruire un ambiente sociale più sicuro e rispettoso per tutti.

 

Foto di Sergey Zolkin su Unsplash

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