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Daniel De Foe – Robinson Crusoe

Con Daniel De Foe facciamo un altro viaggio, dopo l’esploratore di ieri, e stavolta con un personaggio Robinson Crusoe

Avevamo parlato di Daniel De Foe nel romanzo Moll Flanders – E avevamo parlato di questo capolavoro che sicuramente fa del nostro autore un capostipite del romanzo d’avventura.

E difatti è una avventura quella di Robinson Crusoe, figlio di un mercante di Brema (il cui nome originale è Kreutznaer) emigrato in Inghilterra.

Nato nel 1632 nella città portuale di York, il padre lo educa severamente alla nuova condizione di rappresentante cadetto della classe media; il giovane però, da sempre fortemente appassionato alla vita di mare, decide appena compiuti diciannove anni di andar contro le direttive paterne, fermamente contrarie ai suoi ’istinti di viaggiò, e quindi d’imbarcarsi.

Sorvoliamo sui primi viaggi in Africa, le scorribande nell’Oceano Atlantico, invece parliamo di una nave che in direzione della nuova Guinea intenzionata a far schiavi, che affonda e Robinson, unico sopravvissuto di tutto l’equipaggio, sbarca su un isola al largo del Venezuela e riesce a salvare diversi pezzi e utili attrezzature dal relitto – prima che questo venisse completamente distrutto dai forti venti, dalle onde e disperso dalla corrente – trasportando con delle zattere che si costruiva di volta in volta, apprestandosi così ad iniziare la propria permanenza sull’isola deserta.

Per prima cosa si costruisce un fortino in cui poter stare al sicuro di notte; comincia a coltivare la terra e a procurarsi i vestiti utilizzando le pelli della capre selvatiche che paiono pullulare per tutta l’isola; riuscirà più avanti a farle riprodurre e quindi allevare in gregge.

Tra le prime cose che costruisce v’è anche una grande Croce, su cui incide la data del suo arrivo: 30 settembre 1659.

A partir da quel momento farà giornalmente una tacca sulla croce a mò di calendario, così da non perder la coscienza del tempo che passa.

In quest’isola rimarrà per ventotto lunghi anni, dodici dei quali passati in assoluta solitudine; tuttavia si adatta facilmente al suo nuovo tipo d’esistenza e riesce a catturare e addestrare per compagnia anche un pappagallo parlante.

Risolve quindi di annotare su di un diario, giorno dopo giorno, tutte le esperienze e avventure da lui via via vissute: continuerà a scriverlo fino a quando non esaurirà l’inchiostro.

Prima che la nave affondasse è riuscito poi a recuperare anche dei moschetti; li conserva gelosamente e con estrema cura, in quanto continua a non sentirsi pienamente al sicuro nel luogo in cui si trova.

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